lunedì 30 gennaio 2012

Un bicchiere di Lagrein Spigel in compagnia dei Lynyrd Skynyrd

Ricordate lunedì scorso? Già, ci risiamo...
Del resto oggi è stato il classico inizio di settimana, adorato apri-pista del tipico sali-scendi umorale dei cinque giorni lavorativi, sfidante per la pazienza e per i nervi, con una statuetta di Buddha in mano usata come anti stress, alla ricerca del karma ideale..

Un buon bicchiere di vino, magari rosso, è l'antidoto ideale per il freddo serale e per esorcizzare le inutili complicazioni...in compagnia di Sweet Home Alabama dei mitici Lynyrd Skynyrd in versione live.
Torniamo indietro nel '77, con una folla di donnine mezze nude in adorazione dei capelloni sudisti, tutto chitarre, baffi e southern rock! Che tempi ragazzi gli anni 70! E che ambiente!

Lagrein Spigel 2009 della Cantina di Caldaro, un Lagrein base che considero un prodotto davvero interessante, con un rapporto qualità prezzo straordinario: 10€ in cantina!

Questo Lagrein è ben riconoscibile subito dal colore, un rubino con riflessi violacei sempre molto marcati, tipico colore del vitigno coadiuvato ovviamente dalla giovane età della bottiglia aperta.
Naso fresco, pulito, con un frutto esuberante fatto di bosco, more e mirtilli.
Note balsamiche, spezie dolci e un ritorno accennato di legno completano un olfatto sicuramente piacevole anche se non particolarmente ampio e complesso.
In bocca si fa apprezzare nonostante una gioventù ancora evidente, freschezza e tannino setoso richiamano un secondo assaggio.
Retrogusto ammandorlato consegnano al palato un finale sorprendentemente lungo e amarognolo molto gradevole.
Già pronto da consumare ma può ancora crescere, lasciatelo riposare ancora qualche mese...

Da abbinare con speck, canederli in brodo, sformato di patate oppure un bel gulasch alto-atesino.

A te logo amici miei

e Buona settimana!

domenica 29 gennaio 2012

Groupon, cosa succede in città?

Tempi duri per il noto Groupon e per tutte le altre aziende che su scala nazionale si sono affermate sul mercato grazie ai gruppi di acquisto su Internet.
Ormai conosciute dalle masse, grazie alle ottime offerte pubblicate online (ristoranti, viaggi, tecnologia, massaggi, servizi medici ecc), recentemene sono finite nel mirino delle associazioni dei consumatori grazie a numerosi problemi che stanno minando la qualità del servizio proposto.

Palestre fantasma, ristoranti chiusi o con qualità di piatti e servizio inferiori agli standard, ritardi nella consegna di beni, problemi nei rimborsi, servizio clienti scadente, sono alcuni dei problemi che stanno rimbalzando nel web da alcune settimane.

Dopo l'esposto da parte dell'ordine dei medici uscito tempo fa, recentemente sono stati pubblicati diversi articoli su quotidiani nazionali che hanno denunciato il problema.
Su Facebook è stato addirittura aperto un gruppo piuttosto combattivo (Groupon: problemi e denunce) che ha come obiettivo quello di dare supporto a tutti gli utenti che hanno avuto problemi e che grazie alla loro segnalazione e al supporto delle associazioni dei consumatori avranno più possibilità di avere riscontro da parte dell'azienda.

Qui potete leggere alcuni dettagli e l'ultimatum di Adiconsum.

Io posso "solo" aggiungere la mia esperienza sul campo da Blogger:) e da cliente del servizio.
Dopo l'ottima cena di luglio al The Piper's, mi sono effettivamente imbattuto di recente in alcuni problemi quali:
  1. Cena all'Arome Bistrot saltata in quanto il ristorante era chiuso (di sabato sera);
  2. Assenza dei numeri di telefono sui siti istituzionali dei ristoranti (che strano...) utili per prenotare;
  3. Il ristorante Pasta Eat di Viale Premuda a Milano che mi dice che dato che ho il deal posso prenotare solo online (scomodo e limitativo...o no?);
  4. Registrazione al sito MyTable per la prenotazione online...peccato che non sia possibile prenotare un ristorante "solo" 24 ore prima della serata...eppure al telefono il posto libero c'era:)
Insomma se la qualità e l'organizzazione sono queste non ci siamo.
La sensazione di essere dei clienti di serie B, di avere a che fare con un'organizzazione cresciuta troppo in fretta e non in grado di gestire e soddifare tutte le richieste, eccessiva nel promuovere certe offerte e forse poco attenta nella scelta dei partner commerciali (ristoranti, rivenditori ecc) non sono sicuramente elementi trascurabili.

Aggiungo però che ho scritto al customer care di Groupon (per il primo punto in elenco) che mi ha prontamente risposto, chiesto pochi dati e assicurato che a breve invierà il rimborso richiesto.
Se cosi fosse, almeno del servizio clienti non posso lamentarmi, anche se per il futuro la speranza è quella che il sistema di prenotazione venga rivisto magari estendendolo anche al telefono, che eventuali limiti del "pacchetto" vengano resi più chiari (non si può andare nei ristoranti durante il weekend, tempi di consegna, tipo di prenotazione possibile ecc) e che il fenomeno di "overbooking" sia contenuto e gestito in modo più rigido e in base alle reali possibilità dell'esercente coinvolto.

Il modello di business secondo me è interessante (se si dimostrerà sostenibile) e i clienti, se trattati in modo adeguato, non potranno che essere stimolati e soddisfatti nell' avere beni e servizi a prezzi vantaggiosi.

Vedremo in futuro se la scommessa sarà vinta o se ancora una volta assisteremo ad un'ulteriore illusione che esploderà e svanirà nell'aria come tante altre bolle del passato..

Io tifo per la prima ipotesi..

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sabato 28 gennaio 2012

Ristorante Il Capestrano: L' Abruzzo a Milano in zona Ripamonti

Serata tra vecchi amici, il solito trio di litigiosi molesti, questa volta alle prese con la cucina abruzzese, ma ovviamente sempre tra le mura nebbiose della Milano di Notte che tanto amiamo e odiamo allo stesso tempo.
Avevo notato la pubblicità di questo ristorante, e qualcuno me ne aveva parlato bene, non restava che provarlo..

In effetti merita una "visita" e forse qualcosa in più.
Locale bellissimo, una calda ed elegante taverna, con il classico muro di mattoni rossi e le travi di legno che coprono con eleganza il soffito. Griglia in vista, camino e arredamento rustico ma moderno accolgono il cliente nel ristorante, tramite un insolita porta automatica a scorrimento.

Il "capo" non è un gran simpaticone, ma le cameriere, sicuramente non abruzzesi dall'accento, sono di rara cordialità e accompagnano con il giusto modo la simpatica compagnia al tavolo prescelto.

Menu molto tipico con tutte le portate scritte in dialetto abruzzese (con traduzione) rendono subito curiosa la consultazione e la ricerca del piatto ideale.
Tanti antipasti ma il diabolico terzetto capitanato dall'egocentrico Blogger ha optato per un bis di primi in tre: Ravioli ricotta e spinaci con caprino e carciofi, piatto fine e delicato, e i più sostanziosi spaghetti alla chitarra con sugo di castrato e scaglie di pecorino. Di qualità entrambi, con porzioni "alla francese" ma servite in modo impeccabile.

Come secondo abbiamo preso un tris che coprisse degnamente l'offerta a disposizione: i tipici arrosticini di carne di pecora con bruschetta (ottimi), agnello alla brace e misto griglia di maiale. Tutti piatti validi, ne scarsi ne abbondanti, accompagnati da patate arrosto decisamente buone.

C'è stato spazio per i dolci: cannoli ripieni di crema e torta abruzzese con pan di spagna, cioccolato, crema e Alchermes (non so cosa sia). Non male e originali.

Vino dolce di accompagnamento (Moscatello Casauria e Passito Tollo entrambi discreti) e un'ottima grappa di Montepulciano per finire.

Buona l'offerta di vini locali, meno il resto.
Conto accetabile, meno di 50€ a testa, ma nemmeno i digestivi offerti dalla casa.

Del resto, il "capo" non era un gran simpaticone...

Da provare!

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martedì 24 gennaio 2012

Masseria Maìme 2005: Un Negroamaro salentino sfida la nebbia invernale

Ok, non è lunedi e non vale la premessa fatta ieri...ma stasera ero a casa da solo e ho approfittato per aprire un'altra bottiglia di valore, approfittando del fatto che in frigo c' era del filetto di manzo che non aspettava altro che essere accompagnato in modo adeguato.

Dopo l'ottimo Riesling di ieri sera, ritorno in Puglia per assaggiare un altro grande rappresentante del vitigno Negroamaro dopo lo splendido Graticciaia, entrambi conosciuti in una delle tante serate Onav alla quale ho partecipato negli ultimi anni (serata pugliese).

Negroamaro Salento IGT "Masseria Maime" 2005 della cantina Tormaresca, azienda del Salento di proprietà degli Antinori.

Anche questa volta siamo davanti ad un prodotto di qualità, degno alfiere della giovane enologia del Sud, sempre in cerca di conferme per quanto riguarda lo spessore dei propri vini.

Forse meno evoluto rispetto al Gratticiaia, ma sempre ben caratterizzato da frutta matura e note profonde di marmellata.
Giusto mix di intensità e finezza, colpisce al naso per le spiccate note di spezie: liquirizia e pepe sono quelle secondo me più evidenti.
Il barrique si sente sullo sfondo ma non è eccessivo, il vino nonostante gli anni è ancora "giovane" e solletica il naso ad ogni passaggio con ricordi sempre diversi, di tostatura da caffè, a volte ritorni metallici, a volte di noce moscata.

Questa è la magia del vino...secondi, minuti, e lui è già cambiato, come un camaleonte gioca a sorprendere i sensi del modesto assaggiatore...

In bocca convince meno, bel corpo ma leggermente sbilanciato. Ti aspetti un vinone, che ti stenda al primo assaggio e invece il tannino deve ancora affinare la sua tela, note amare troppo evidenti unite ad un'ottima acidità che fa ben sperare per una lunga vita, tolgono un pò di piacere alla beva. Non è un difetto, ma sicuramente l'assaggio ne risente leggermente pur sorprendendo in freschezza.
Il finale è lungo, con retrogusto leggermente troppo amaro.

Ottimo con rosticciata di maiale, agnello, zuppa di ceci e polpettine al sugo.

Intorno ai 19€ in enoteca.

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lunedì 23 gennaio 2012

Riesling Falkenstein 2010: Come superare il lunedì con l'eleganza del "Falco"

Il lunedi è sempre l'occasione giusta per "addormentare" la giornata degustando un bel vino, di quelli che riescono a graffiare l'anima portando la mente su soffici meditazioni, utili a sfuggire alle grinfie delle scorie diurne.

Gli esperti dicono che uno dei più grandi vitigni bianchi al mondo è il Riesling, elegante e complesso, longevo e strutturato.
In Europa trova livelli di eccellenza in Austria e Germania, ma anche in Italia abbiamo i nostri assi nella manica, in Friuli dove primeggia in diverse zone tra le quali il Collio e i Colli Orientali, oppure in Alto Adige, nella bella e assoltata Val Venosta, dove sono stato nel 2009.

Stasera mi concedo il Riesling 2010 di Falkenstein, piccola cantina posizionata sulla Rocca del Falco, che dall’alto domina la bella Naturno, meta ideale per le vacanze estive. I vigneti del produttore occupano una superficie di soli 6 ettari, coltivati fino a quota 600-650 metri sul livello del mare.

Se è vero che un gran vino si sente dall'olfatto, qui siamo davanti senza dubbio ad un vino di classe superiore.
Già a bicchiere fermo si viene colpiti da una grande personalità, un naso intenso ma complesso ed elegante.
Note di fiori bianchi e gialli (mimose, margherite), mele gialle, agrumi e frutta esotica, pietra focaia su un tappeto di grande mineralità che seduce il naso senza via di scampo.
In bocca l'assaggio decolla, grasso e corposo, avvolge la bocca in un vortice di rinnovate emozioni, siamo a San Francisco e stiamo per salvare Kim Novak la prima volta, fascino da bionda impossibile, misteriosa e inarrivabile.

Nonostante l'importanza della beva e il tenore alcoolico (14,5%) il vino è fresco e scivola con eleganza in bocca grazie alla spiccata acidità e alla piacevole e ritrovata sapidità.
Retrogusto amarognolo e un finale lungo fanno scattare l'applauso.

Consigliatissimo con piatti di carne bianca, crostacei, pennette con gli scampi, tagliolini all'astice e pesce in generale (evitare piatti troppo delicati).

Prezzo-qualità eccellente tenuto conto della stoffa di questo vino: in enoteca sui 15€. Se capitate da quelle parti non potete mancare!

Buona degustazione!

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domenica 22 gennaio 2012

Sherlock Holmes 2: Gioco di Ombre londinesi in salsa americana

Dopo la piacevole cena da Seven, con il Colosseo a pochi passi, abbiamo aggiunto un'altra presenza alle serate cinematografiche del 2012 dopo quella di due settimane fa: evento quasi incredibile tenendo conto della media piuttosto debole tenuta in precedenza.

Non era facile prolungare l'effetto benefico regalatoci da Midnight in Paris e infatti non ci siamo riusciti a pieno; Sherlock Holmes - Gioco di ombre, secondo episodio della serie, è un simpatico e confuso "fumettone" americano, che unisce alcuni simboli e tratti caratteristici del personaggio di Conan Doyle ad icone moderne "tutto acrobazie e arti marziali" in stile James Bond e Mission Impossibile.

Il risultato è un film discreto, abbastanza scorrevole, arricchiato da un'ambientazione piuttosto variegata e suggestiva (Londra, Parigi, Germania e Svizzera) con qualche spunto divertente basato soprattutto sulle geniali trovate del personaggio principale (l'investigatore) e sulla indubbia simpatia e bravura dei due attori principali: Robert Downey Jr (Holmes) e Jude Law (dottor Watson), spontenei e molto in sintonia nei dialoghi tra loro, sempre conditi di ironia e sottile umorismo.
Downey Jr ha una carica (anche comica) e un'espressività facciale che sono davvero un programma!

Il film annoia a tratti, il ritmo è quasi sempre serrato senza "prendere" mai davvero, e spesso nelle pause è possibile apprezzare i momenti più ilarici e caricaturali dei protagonisti o dell'inedito e strambo fratello di Holmes, Mycroft (interpretato dall'ottimo Stephen Fry), oppure gustare i travestimenti e i trucchi dell'investigatore di Baker Street, presenti nel film coerentemente con le caratteristiche originali del personaggio letterario, unitamente alla cervellotica attenzione e osservazione dei particolari (resa efficace attraverso uso di vari flashforward) e alla sua pedante e onnipresente presunzione.

Sicuramente "questo" Holmes, rispetto all'elegante, complesso e raffinato personaggio originale, risente sicuramente della caratterizzazione moderna e americana dell'attore e dello stesso regista britannico Guy Ritchie, qui sicuramente più in sintonia e meno "legato" rispetto al primo episodio, ma in ogni caso con un tocco distante dallo stile londinese ed europeo dell'ambientazione e dei suoi protagonisti.

Purtroppo consultando quotidiani, siti web o applicazioni smartphone dedicate al cinema, si ha la sensazione di avere a disposizione una scelta numerosa di film papabili per una serata piacevole. In realtà leggendo commenti e recensioni del pubblico, pur a volte molto distanti tra di loro, si ha la percezione opposta: scarsità di film di qualità, qualche idea brillante spesso incastonata in soggetti interessanti sviluppati male in sceneggiature superficiali e spesso tirate via.

A questo punto dopo la poetica e filosofica "Mezzanotte in Parigi", vale forse la pena di immergersi nelle funanboliche avventure di Sherlock Holmes, smarriti tra le sinistre nebbie di Londra, alla caccia del diabolico Professor Moriarty sui binari di mezza Europa, tra montagne innevate e castelli sospesi nel vuoto!

A te logo e buona visione

Cena da Seven in Via Montenero: filetti e costate dal Sud America a New York

Torno alla ristorazione "milanese" dopo un pò di tempo passato tra paesaggi innevati, attese musicali e qualche svago "cine-enologico".
Ieri sera un gradito ritorno al Seven di Via Montenero, Steak House & Wine Bar facente parte della catena di ristorazione Seven Group (Joe Cipolla, AM Birra e cucina, Zio Pesce).

Non amo in modo particolare le catene e preferisco di norma i ristoranti di tradizione o tipici, oppure le gestioni famigliari più caratterizzate, ma devo dire che questo locale, accogliente e dal fascino NewYorkese, merita ed è particolarmente indicato in abbinata con il cinema.
Fascie di orario piuttosto ampie, servizio capace e rapporto qualità prezzo interessante sono sicuramente i suoi punti di forza, ma anche il menu offre diverse chicche che vale la pena scoprire.
Non ci sono primi e l'offerta si basa soprattutto su piatti di carne di prima scelta, proveniente da Argentina e Brasile.

E' possibile stuzzicare l'appetito con antipasi misti di salumi e formaggi provenienti da tutto il mondo, ma sicuramente un modo più originale per aprire le danze è quello di assaggiare gli antipasti del fritto misto Seven (cipolle, crocchette di patatale, di pollo ecc) oppure quello Orientale "Orient Express" (verdure fritte di vario genere, pollo speziato, involtino primavera ecc) prima di tuffarsi nell'ampia scelta di secondi a base di carne.

CheeseBurger di vario tipo (per salsa, formaggio o ingredienti), costate di Angus, filetto steccato, entrecote, galletto allo spiedo, costolette di agnello, salsiccia di norcia, couscous di pollo sono solo alcuni dei piatti che è possibile scegliere, tutti cucinati in modo semplice e saporito, con una materia prima di buona qualità e serviti con contorno di patate saltate che completano la portata in modo equilibrato e sostanzioso.
Noi abbiamo optato per un Chicken CousCous e un'ottima entrecote con scamorza e carciofi con contorno di patate e insalatina, nulla di fine o ricercato ma siamo rimasti soddisfatti.

Buona la scelta dei vini, ben organizzata nelle varie categorie, arricchita da informazioni e indicazioni sui prezzi. Il rincaro è più contenuto rispetto alla media.
Inoltre la gestione da questo punto di vista si dimostra lungimirante, onesta e allineata agli standard europei, infatti i vini vengono proposti anche al bicchiere differenziando i prezzi in base alla quantità in cl: mezzo bicchiere o bicchiere intero. Non è da tutti, bravi!

Ricca lista dei dolci, di discreta fattura. La sbrisolona era servita con una cremina gialla che accompagnava bene.
Digestivo offerto dalla casa e servizio cortese e puntuale, grazie anche alla presenza di diversi camerieri che coprono bene le varie salette (deliziosa la cantina al piano sotterraneo).
Come dicevo prima il conto è onesto e meno impegnativo rispetto alla terribile "media" di Milano.
Adatto per cene di gruppo, in coppia ma anche per famiglie con bambini (il locale apre alle 19).

fatemi sapere

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martedì 17 gennaio 2012

Richie Sambora: Nuovo disco nel 2012 "sulle tracce" di Stranger In This Town

Qualche settimana fa, nel mio inquieto girovagare sul web, ho trovato una notizia che mi ha fatto sobbalzare, e che musicalmente parlando fa pari con la frenetica attesa per il nuovo album di Springsteen, in uscita a marzo.

Uscità infatti quest'anno, a 14 anni di distanza dal precedente Undiscovered Soul, il terzo disco solista di Richie Sambora, grande chitarrista rock/blues americano, celebre membro dei Bon Jovi.

Non si conoscono ancora i dettagli, ne il periodo di uscita. Si sa solo che sta lavorando con Luke Ebbin negli studi Oceanway di Hollywood e che alcuni pezzi sono già pronti.
Speriamo in bene, l'attesa è stata lunga..

Se i Bon Jovi hanno smesso ormai da tempo di essere al centro del mio universo musicale (mi spiace però non essere stato a Udine lo scorso luglio), Richie gode ancora di grande considerazione in questo Bar, dove i suoi assoli tiratissimi e la sua voce "esagerata" riempiono ancora i vuoti dell'Angolo.

Per chi non avesse mai avuto il piacere di ascoltare i suoi lavori, e per chi non vuole fermarsi alle apparenze dei singoli radiofonici dei Bon Jovi, consiglio di comprare a occhi chiusi Stranger In This Town, primo disco datato ormai 1991 e prodotto dallo stesso Sambora in collaborazione con Neil Dorfsman.

Quando ascoltai i 10 pezzi che lo compongono durante la mia prima e unica vacanza inglese, fu una folgorazione.
Ancora oggi senza dubbio uno dei miei dischi preferiti in assoluto, un'ancora di salvezza per i giorni oscuri, un disco di grande atmosfera, adatto per tutte le occasioni, dove la voce e la chitarra di Sambora deliziano le orecchie attraverso un viaggio nelle terre calde del Blues, tra le braccia morbide del Soul e le asperità del Rock, per chiudere il disco con le malinconiche e dolci riflessioni di due ballad emozionanti: Father Time e The Answer.

MrBluesman è un pezzo blues tirato e sofferto, dove Eric Clapton accompagna Sambora lasciando un segno indelebile con un assolo dei suoi. Rosie e Ballad Of Youth sono i pezzi più radiofonici ma dal grande sound, adatti per un viaggio con i finestrini abbassati...la splendida e sorprendente One Light Burning ci porta nelle strade deserte degli States, a cercare l'anima vera di un paese in crisi di identità.

Ogni canzone merita un ascolto attento e profondo, ma dovendo scegliere è la Title track a colpire di più..una canzone liberatoria, molto sentita, perfetta.

Qui sotto un assaggio...fatemi sapere

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domenica 15 gennaio 2012

Midnight in Paris: Viaggio nel tempo nella romantica Parigi

Non vado molto al cinema, e quando succede la speranza e in parte l' aspettativa a monte di una scelta sempre abbastanza certosina, è quella di assistere ad un film piacevole, divertente, che abbia il potere di trasportare la mente e i pensieri in una dimensione inedita, alla scoperta di universi ed emozioni che possano soddisfare l'ego del proprio immaginario.

Midnight In Paris, l'ultimo lavoro di Woodie Allen, è un film sulla capacità di sognare, di guardare al passato per attingere ispirazione e linfa vitale per andare avanti, sul desiderio di provare a migliorare la propria vita e la propria realtà, non accontentandosi di schemi ripetitivi imposti da altri, o dal facile successo di progetti e attività eseguite in modo naturale ma senza passione e senza crederci fino in fondo.

E' un suggestivo e divertente viaggio nel tempo, nella Parigi degli anni 20, alla ricerca di quel "sentimento", di quella passione, di quell'ispirazione che potrebbe, secondo il protagonista dare forma alla sua vita e alla sua arte di scrittore.

Un'epoca rimpianta e desiderata, che improvvisamente si palesa misteriosamente dopo i rintocchi della campana di mezzanotte, sottile varco nel tempo da dove una vettura di altri tempi si ferma per rapire l'ignaro protagonista.

Woodie Allen attinge da un tema già visto (cosa non lo è oggi?), in modo fine ed intelligente, confezionando un film a suo modo originale e perfetto, grazie alla bravure degli attori, alla splendida fotografia di una meravigliosa Parigi, e all'intreccio fantastico ed ironico tessuto intorno ai numerosi e celebri personaggi che si sussueguono nel film.

Owen Wilson si cimenta nella parte con bravura e grande ironia, simpatica faccia da schiaffi, si muove ciondolante nella Parigi di oggi tra "suoceri" super snob e fidanzata rompiscatole, ancorata ad una vita plastificata tra noia e ipocrisia, e in quella degli anni 20 dove conosce gli idoli della sua gioventù, padri della sua creatività: Hemingway, Fitzgerald, Picasso con i quali intavola rapporti sfuggenti ma non privi di significato, come con la scrittice Gertrude Stein e con la musa di Picasso, dai quali trarrà direttamente o meno le pillole necessarie a far tornare la sua vita reale nei binari giusti.

I viaggi tra presente e passato si alternano in modo divertente ad un ritmo sincopato ma mai noioso, e il nostro protagonista addentrandosi alla scoperta dei suo anni "d'oro" si renderà conto prima del reale problema della sua attuale vita (imminente matrimonio con la donna sbagliata), poi di come sia facile considerare il passato come "un periodo magico" e migliore del presente senza averlo vissuto davvero .

Ma la vita in fondo è piena di sorprese, ed il finale oltre a regalare al protagonista nuove idee e consapevolezza maggiore sulla vita, gli offrirà finalmente l'opportunità di una passeggiata sotto la pioggia di Parigi in piacevole compagnia.

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giovedì 12 gennaio 2012

Enoteca K.Bernardi: Un pranzo tra le montagne di Brunico

Chiudiamo il giro Alto-atesino di Capodanno con l'ultima tappa: Bruneck, in italiano Brunico.
Capoluogo della Val Pusteria, è una bella cittadina di 15000 abitanti circa, tappa meritevole almeno di una gita in giornata.

Non era la prima volta che ci andavo, ma in chiave invernale sotto la neve è stata una passeggiata inedita, farcita anche dalla presenza dei tipici ma un pò inflazionati mercatini di Natale.
Per chi non li ha mai visti una visita ci sta tutta, atmosfera calda di Vin Brulè e cioccolata, palline dipinte a mano, addobbi in tutte le fantasie, chincaglierie inutili, ciabattine e cappellini di lana tirolesi..e ovviamente cibo locale!

Molto carina, tranquilla, ai piedi dell'imponente Plan de Corones, dà ovviamente il suo meglio nella classica passeggiata della via centrale, delizioso simposio di negozietti di enogastronomia, moda per tutti, ristoranti ed enoteche che mettono in bella mostra il campionario di ottimi vini locali.
La strada è arricchita dai tipici affreschi presenti sui muri di alcune palazzine classiche della regione, che portano gli occhi a curiosare verso l'alto alla ricerca del disegno più bello.
Non mancano chiese e musei da visitare, ma l'attrazione più interessante a mio avviso è il castello di Brunico poco sopra il centro, raggiungibile tramite una comoda stradina asfaltata, bellissima soprattutto d'estate.
Il castello, manco a dirlo, è l'ennesima proprietà del mitico Rainold Messner.

Per un amante del buon cibo e soprattuto del buon vino, tappa da non perdere per il pranzo e per non avere nostalgia di questi territori durante il ritorno, è il negozio-enoteca di Karl Bernardi.
Il negozio è proprio a metà della via centrale e offre ai turisti un vasto assortimento di prodotti sudtirolesi per tutti i gusti (non li ripeto per non cominciare ad averne la nausea).
Si fa fatica ad uscire a mani vuote dal locale. Anche dal punto di vista enologico l'offerta è ampia, soprattutto di vini locali, ma non mancano chicche di altre regioni o paesi come la Francia.

Dopo qualche minuto di passeggiata a piedi si raggiunge l'enoteca, locale molto moderno a pian terreno ma più suggestivo e caratteristico nel piano sotterraneo: la cantina.
Esposizione di grandi vini italiani e non, un piccolo bar al centro della taverna, legno e pietre intorno a cinque o sei tavolini che accolgono i clienti in un ambiente intimo e accogliente. Peccato la cameriera piuttosto odiosa.

Si mangia bene e non si spende molto, dai canederli ai ravioli ripieni, dai wurster prodotti in casa e fatti in vari modi ai piatti di affettati e formaggi misti. Ottimo lo speck. Il menu cambia credo tutti i giorni, è possibile quindi ogni volta avventurarsi in un nuovo assaggio.
Cucina di buona qualità, piatti presentati con cura e ben accompagnati dai vini, serviti anche al bicchiere con buona scelta e prezzi onesti.

Conto sui 40€ in due e mezzo:)

L'Alto Adige vi aspetta...non pensateci troppo, andateci!

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ps: Poco distante da Brunico, è possibile visitare le piramidi di Plata, monumento naturale di rara bellezza che ricorda in piccolo lo spettacolo americano offerto dal Bryce Canion.

lunedì 9 gennaio 2012

Fumin Esprit Follet 2009: Estasi nella Crotta De Vegneron

Commentavo via mail con un "collega" blogger, molto competente in materia, che non è scontato bere vini che tocchino le corde dell'anima, in grado di stravolgere un pò la giornata, alterando la dura e seriosa quotidianità, con cui fare l'amore per diverse e lunghe sorsate, scoprendo sempre sensazioni nuove. Molto più facile trovare vini "da una botta e via" oppure algide pin-up da guardare e degustare lentamente senza mai possederle davvero.

Chi ha letto e sopportato le mie recensioni di vino, potrà forse ricordare che lungo il percorso fatto insieme è capitato sicuramente di trovare vini della seconda categoria ma anche di imbattersi in qualche campione della prima, e il piacere generale della degustazione è ancora più grande quando si incontrano vini poco blasonati dal marketing nostrano e non, e poco conosciuti dai consumatori di massa.

Questa sera ho il piacere di passare qualche minuto di passione con un vino della Val D'Aosta, fatto di uve Fumin in purezza, antico vitigno autoctono della piccola regione del Nord Italia.

Mettendo questo vino sotto il naso si scopre subito qualcosa di nuovo, di inedito.
Un pò chiuso inizialmente, non regala promesse di facile godimento senza poterle realmente mantenere.
Vinoso, sentori balsamici con riflessi di menta, di muschio, di sottobosco e terra umida, essenze profonde, non evidenti e grossolane, da ricercare con pazienza, senza fretta. Frutti di bosco rossi e leggere note di spezie dolci completano l'interessante quadro olfattivo....ma facendo una pausa di riflessione e tornando a danzare sul bicchiere si scopre l'essenza segreta del vino, il suo cuore pulsante tenuto gelosamente nascosto per chi ha pazienza di aspettare...sottofondo minerale, idrocarburi e asfalto restituiscono nuovamente il vino al naso con grande e mistico piacere, addolciti da ritorni di chiodi di garofano.

In bocca è generoso, vivace nell'entrata, tannino molto fine ed elegante, riempie la bocca con soddisfazione e buon equilibrio nonostante la gioventù. Retrogusto ineccepibile, si ritrovano in bocca i frutti di bosco e le spezie già accarezzate in precedenza, finale lunghissimo arricchito da da sensazioni amarognole di mandorla davvero piacevoli che lasciano in bocca ricordi di estasi silenziosa.

In Val D'Aosta dovrò recarmi a breve, la viticultura è un'arte, fatta in condizioni naturali molto difficili, su terreni con forti pendenze, veri e proprio fazzoletti di terra dove vengono cresciuti con passione, dedizione e duro lavoro bianchi (Chardonnay su tutti ma anche diversi autoctoni) e rossi di notevole qualità.

Da abbinare con Lasagne, paste rosse al ragu, filetti, bistecche di roast beef e formaggi stagionati.
Eccellente rapporto qualità prezzo, da consumare subito o anche dopo qualche anno di affinamento.

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domenica 8 gennaio 2012

Bruce Springsteen: qualche anticipazione sull'uscita del nuovo disco e un tributo speciale a Clarence Clemons

L'11 gennaio 2012 Clarence "Big Man" Clemons avrebbe compiuto 70 anni, e forse in quei giorni tra i suoi pensieri principali ci sarebbe stato il lungo tour dei prossimi mesi che avrebbe visto protagonisti ancora una volta lui, i suoi blood brothers ed il piccolo uomo bianco del New Jersey, ancora una volta col megafono in mano per annunciare a tutti una nuova adunata, l'ennesima celebrazione del sacro rito del Rock&Roll, in giro per mezzo mondo a sfidare i segni del tempo e gli spazi sconfinati dove avrebbero suonato ancora tutti insieme.

Lo stesso giorno Bruce Springsteen, secondo notizie che si sussurano sul web, scoprirà le carte e toglierà l'alone di mistero che si cela attualmente sul suo prossimo e imminente lavoro.
Non è ancora chiaro se il titolo sarà quello già annunciato lo scorso autunno, "Arcade at night", ma sembra quasi certo che l'album uscirà i primi giorni di marzo, in contemporanea alle prime date americane.

Secondo queste fonti il Boss starebbe anche organizzando un tributo speciale in onore del sassofonista e grande amico.
Proprio in questi giorni tra l'altro, a Norkfolk si terrà una due giorni dedicata a Clemons, al quale prenderanno parte diversi musicisti importanti, da sempre vicini a Big Man.

Potete trovare la notizia completa qui: Rockol.

Non ci resta che attendere ancora qualche ora per capire se tutto ciò di cui abbiamo parlato fino ad adesso è stato solo fumo in attesa di un colpo ad effetto, oppure se come fu per Magic si tratta di anticipazioni molto vicine alla verità...

Nel mentre vi lascio una piccola chicca Live, tra le tante che si trovano su YouTube inerenti alla nostra E-Street Band.
Avrei sempre voluto che un concerto del Boss in Italia iniziasse cosi, tutti sul palco uno dopo l'altro in attesa del capo, Clarence al centro della scena ad aprire le danze con un'infuocata versione di Paradise By the C..

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sabato 7 gennaio 2012

Gita a San Candido: un angolo di Austria in Val Pusteria

Proseguiamo nel viaggio virtuale del capodanno alto-atesino appena trascorso.
Come dicevo nel precedente post, la valle Anterselva, tra le tante frecce presenti nel proprio arco ha anche la vicinanza a due belle cittadine come San Candido e Brunico entrambe in Val Pusteria.
Il 29 dicembre, in una bianca giornata di neve abbiamo trascorso con piacere i venti km di tragitto che separa Rasun di Sotto da San Candido, itinerario scandito dall'ipnotica e incessante nevicata, circondati da un tipico e affascinante paesaggio invernale.
Con la tranquillità delle gomme da neve, e l'organizzazione dei sudtirolesi, andare in giro in macchina sotto la neve è piacevole e non particolarmente ardito.

Alcuni tratti sono davvero suggestivi, mi vengono in mente gli imponenti boschi di pini e abeti ricoperti di neve ai limiti della strada o la ferrovia all'entrata di San Candido, paesaggi a cui il bianco dà un tocco di mistero e di evocazione di un passato lontano che spesso nasce nel nostro immaginario attraverso la lettura di libri o la visione di qualche fim, che narrano storie del nostro paese o di luoghi lontani mai visitati, intrighi senza tempo, passioni ed episodi che hanno scritto la storia.

A San Candido si respira aria di Austria. Forse perchè si è molto vicini al confine, o forse perchè il paese dalle case agli abitanti ci ricorda chiaramente che un tempo questo territorio aveva altre ambizioni.
Il borgo è delizioso, farci un giretto prima di pranzo curiosando tra angoli tipici, monumenti, negozietti di moda e alimentari è davvero piacevole, in particolare grazie all'atmosfera silenziosa della neve che enfatizza ulteriormente la pace e il relax donato ai turisti dalle montagne che circondano il comune.

Tra i monumenti non posso non citare la Collegiata di San Candido, il più importante monumento romanico dell'Alto Adige, la Chiesa del Convento dei Francescani restaurata negli anni 90 e la bella Chiesa Parrocchiale di San Michele, posizionata proprio in centro nei pressi del negozio Thun.
In quei giorni proprio lì a fianco alla chiesa un enorme statua di due angioletti Thun capeggiava all'aperto come attrazione turistica per fotografi.

Interessante la presenza del museo Dolomythos, patrimonio Unesco interamente dedicato alla genesi delle montagne e ai suoi primi abitanti.

Per i turisti alla ricerca di qualche ricordo enogastronomico consiglio il Maso dello Speck, vero forziere di leccornie sudtirolesi da portare a casa: speck, wurster, canederli, salumi tipici, schiacciatina tirolese ecc
Altro negozio formidabile è la pasticcieria-dolcificio adiacente al museo delle dolomiti, un vero e proprio emporio di perdizione e peccato. Non entrateci con i bimbi!
Caramelle in tutte le salse, cioccolata di tutti i tipi, torte, vini da dessert e altre tentazioni per la gola.

Per il pranzo c'è solo l'imbarazzo della scelta, numerosi sono i ristoranti, i bistrot o le baite nel circondario valide per un pranzo tipico o anche solo per una pizza.
Noi abbiamo optato per l'ottimo Senfter's, cafè Bistrot accogliente e ricercato ma dall'ottimo rapporto qualità prezzo.
Volete un ambiente caldo con camino, tetto con travi di legno, muri in pietra e atmosfera da locanda di una volta senza rinunciare alla comodità di morbide poltrone? L'avete trovato!
Il Bistrot è adiacente all'ottimo punto vendita della storica macelleria Senfter, dove potrete trovare tutti i prodotti citati in precedenza oltre a vari tagli di ottima carne italiana da portare a casa (se in partenza o in vacanza in proprio appartamento).
Al Cafè è possibile consumare un pranzo sostanzioso basato essenzialmente sui must del cucina del territorio: canederli in brodo o in tris, gulash con canederli o polenta, carne di cervo, cotoletta alla milanese (specialità della vicina Austria), zuppa di zucca, piatti di speck, uova con speck, wurster con patatine, frittata di mirtilli e cosi via...

Uscirete più forti che mai, pronti per una selvaggia battaglia di palle di neve o una comoda foto davanti ad un enorme pupazzo.


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mercoledì 4 gennaio 2012

Assaggiamo l'Ettamiano IGP della Cantina Due Palme, Primitivo di Manduria in purezza

Come avevo anticipato tempo fa "da queste parti", in occasione dell' assaggio dell'autoctono Susumaniello, la ben nota Cantine Due Palme ha aperto a Milano un piccolo ma grazioso punto vendita, sfida suggestiva ed accattivante tenuto conto che non è banale trovare negozi-enoteche "mono brand" che vendono i propri vini (unitamente a qualche prodotto gastronomico) lontano dal territorio di appartenenza.
In bocca al lupo!

Ci sono stato di recente, incuriosito e lieto di poter fare degustazione e acquisti di vini pugliesi senza dover necessariamente fare un viaggio di mille chilometri.
La prima idea è stata disattesa, almeno per il momento. Non è previsto ad oggi poter assaggiare i vini in loco, ma del futur non v'è certezza...attendiamo fiduciosi!
Per il resto ho portato a casa una dozzina di bottiglie, anche se dalla "spesa" rimane ancora fuori qualche campione tra cui il famoso SelvaRossa, vino multi-premiato da guide e concorsi.

Stasera ho aperto uno dei vini più importanti della batteria, l'Ettamiano, Salento IGP fatto con uve Primitivo in purezza.

Un buon vino senza dubbio, già pronto per essere consumato con piacere.
Un pò timido al naso, almeno inizialmente, si scopre lentamente. Note dolci di frutta matura, marmellata di prugne e gomma americana sono le prime impressioni olfattive che il vino suscita al naso.
Leggera tostatura e aromi di vaniglia ad ampliare il bouquet con note terziarie che rendono il vino più articolato ma anche più interessante.

Buona struttura, rotondità, il vino riempie la bocca con un tannino a trama fine di buona qualità, già in equilibrio nonostante una leggera astringenza che lega il palato in modo piacevole, senza eccessi.
Vino fresco, impreziosito da un ottimo e lungo finale di mandorle, noci e tabacco.

Prodotto ideale per iniziare un viaggio personale alla scoperta dei tesori enologici pugliesi, adatto a consumatori alla ricerca di vini pronti, immediati, senza troppe complessità o ruvidità di gioventù o ambizioni di grandezza.
Per i miei gusti un pò troppo compassato e "perfetto", eccessivamente rotondo, ma mi spinge comunque ad assaggiare il resto della batteria alla scoperta di emozioni più "rarefatte".

Buon qualità prezzo (12,50€ se non ricordo male), vino adatto a cacciagione, carni rosse o formaggi stagionati. Io l'ho abbinato a delle bistecche di cavallo, e tutto sommato non è andata male.


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martedì 3 gennaio 2012

Capodanno in Alto Adige: La Valle Anterselva tra laghi ghiacciati e Plan De Corones

Dopo un autunno molto caldo, tirato ed intenso sotto vari aspetti, c'era bisogno di staccare la spina in modo totale...di strapparla via dal muro e lasciarla cadere sul gelido e silente tappeto invernale...

Inevitabile quindi affondare nella calma e nella selvaggia natura dell'Alto Adige, regione (insieme al Trentino) dove almeno una o due volte l'anno mi reco in tour per cercare l'ispirazione necessaria per affrontare le dure sfide della vita "metropolitana".

Del resto è una zona dove ha senso girovagare durante tutto l'anno, splendida meta di sport invernali durante i mesi freddi, vivace e foriera di seducenti promesse in primavera, rinfrescante e avvolgente in estate, dove ogni gita, ogni sentiero, ogni avventura è possibile.
E poi anche l'eno-gastronomia locale è ricca di spunti meritevoli di attenzione, dagli eccellenti vini (bianchi soprattutto) ad una cucina sicuramente povera e rustica ma non priva di fascino e di chicche da consumare in modo sportivo.

Questa volta abbiamo esplorato la valle di Anterselva, ampia e assolata con cime che superano i tremila metri di altezza.
Posizionata tra la Valle Aurina e la Val Pusteria parte dal comune di Valdaora fino a raggiungere il passo Stalle a più di 2000 metri di altezza (aperto solo nella stagione estiva) da dove è possibile scendere in Austria.
Noi abbiamo pernottato a Rasun di Sotto, piccolo e anonimo paese ai piedi delle montagne, strategico dal punto di vista logistico tenuto conto della vicinanza alla strada principale, e ai comuni di Brunico, Dobbiaco e San Candido.

Il paese non è certo paragonabile ad altre località alto-atesine per quanto riguarda i negozi, i locali o la vita serale, ma è ben fornito di Hotel e ristoranti ed è sicuramente un'ottima opportunità di vacanza grazie alla quantità di passeggiate e gite che si possono fare partendo dal comune, una su tutte il percorso vita che dal parco giochi dietro all'Hotel Alpenhof prosegue a piedi in mezzo a boschi e sentieri di montagna fino ai paesi successivi della valle.

La neve ha giocato un ruolo importante durante la vacanza, già presente all'arrivo rendendo l'ultima oretta di viaggio molto "natalizia", e cadendo senza sosta per tre giorni di fila (più o meno) facendo felici gli sciatori, i bambini troppo cresciuti in cerca di sfide in bob e slittini (io) e i lanciatori deviati di palle di neve (sempre io).

Da non perdere la gita al Lago Anterselva, spettacolo unico per fascino e suggestione.
Si segue la strada per il passo Stalle e si raggiunge il lago passando attraverso i vari comuni della valle. E' possibile lasciare la macchina al centro Biathlon di Anterselva e proseguire a piedi fino all'ononimo lago a 1642 metri di altezza. Come alternativa alla passeggiata, è possibile noleggiare bob o slittini, oppure per gli appassionati sfruttare la meravigliosa pista di sci da fondo che parte dal centro e aggira per buona parte il lago ghiacciato.

Il percorso a piedi è strepitoso. Si parte in sordina dal centro sportivo, ci si immerge nei boschi nel silenzio della neve con gli sguardi timidi dei cerbiatti di passaggio, fino ad attraversare per un lungo tratto all'aperto l'enorme lago ghiacciato (il terzo lago alpino nella regione) per raggiungere l'agognata meta: il rifugio Am See Antholz.
Spettacolo da "Sfida tra i ghiacchi", montagne innevate, foschia che aleggia misteriosa sul lago, enorme tappeto di ghiacchio che assorbe sguardi e pensieri di viandanti e sciatori. Uno spettacolo trascendentale che più volte lungo il tragitto costringe ad una piccola sosta per riflettere e assorbire potere e misticismo sospesi nell'atmosfera.

Una volta arrivati al rifugio, evitando di sprofondare nei punti più cedevoli del lago, è possibile calmare anima e stomaco approfittando delle specialità della cucina alto-atesina di montagna, dal tris di canederli, alle varie zuppette, dai wurster con patatine fino al gulash con polenta, per finire con i dolci ispirati alla tradizione austriaca.

Cambiando itinerario, da Rasun è inoltre possibile raggiungere in una quindicina di minuti la stazione di risalita di Valdaora, dove con un simpatico "ovetto" è possibile lievitare in cielo su una delle zone di montagna più suggestive d'Italia: il Plan de Corones, enorme "panettone" posizionato a 2275 metri di altezza.
Da qui la vista panoramica è quasi inarrivabile, e non ha nulla a che invidiare al mitico Yosemite Park americano. E' possibile ammirare con rinnovato stupore una multitudine di vette alpine, dalla Marmolada (la più lontana) al Lagazuoi, dal SassoLungo alle alpi della Val Venosta. Brividi veri.
La località è paradiso per sciatori e per amanti della montagna, unica in inverno ma credo altrettanto strepitosa in estate.

Come avrete capito il posto merita una visita....pensateci per il prossimo ponte o per le tante potenziali settimane bianche...bisogna pur esorcizzare questa maledetta crisi.... o no?


Ma non è ancora finita..

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