mercoledì 29 febbraio 2012

L'Angolo del Disco: Love, Life, Death and Freedom di John Mellencamp

A luglio dello scorso anno, nella bella cornice del castello di Vigevano, ho visto finalmente John Mellencamp in concerto, sbarcato in Italia per un mini tour di tre date.

La serata è stata molto bella, ed è recensita qui. La conclusione fu che purtroppo abituati ai Live di Springsteen, una performance come quella di John era sembrata un pò tirata via, sia come generosità che come calore e comunicazione verso il pubblico. Troppo freddo e frettoloso nel chiudere. Oltretutto il tour di tre date si è fermato a due, con la seconda serata ancora più corta della prima.

Ma la delusione Live non viaggia in parallelo con le scelte musicali da studio del buon vecchio Cougar, che invece da alcuni anni a questa parte si rivelano molto azzeccate.
Spesso si dice che proprio Springsteen dovrebbe affidarsi a produttori come T-Bone Barnett o Rick Rubin per cercare di valorizzare al massimo il suo suono e il bagaglio country-folk di cui dispone in quantità.
Mellencamp questo lo ha capito da tempo, e proprio con Burnett ha pubblicato due dischi splendidi, Love,Life,Death and Freedom del 2008 e No Better Than This del 2010.

Il primo è in assoluto uno dei miei dieci dischi preferiti, quelli papabili per una fuga su un'isola deserta.
Un album molto introspettivo, maturo, profondo. Un viaggio di 50 minuti attraverso le strade polverose dell'america rurale, camminando chitarra in mano e stivali ai piedi a descrivere gli scenari desolanti che scorrono in bianco e nero davanti agli occhi del rocker.
Un viaggio intimo, senza troppi clamori, a scavare nei ricordi del proprio passato, a riflettere sul tempo che scorre veloce e che porta alla soglia dei 60 anni a fare un bilancio tra successi ed occasioni perse.

Un disco non immediato, da ascoltare con attenzione, scritto da un artista di spessore all'apice della sua maturità e finalmente in grado di afferrare nuovamente la propria ispirazione consumandola lungo 13 pezzi uno più bello dell'altro, intrisi di folk e blues, country e rock, senza dimenticare qualche episodio più pop a stemperare la tensione riflessiva del disco.
Prodotto in modo sapiente con suoni profondi, polverosi, autentici e molto potenti nel messaggio che arriva dritto nell'anima, imprimendosi nella memoria in modo indelebile.

Il pezzo di apertura, Longest Days, consegna nelle nostre mani le chiavi del disco, è magia folk per chi ha voglia di abbandonarsi su un'amaca all'ombra, con la mente che vola quando a 12 anni si correva in bici dietro le ragazzine della propria small town.
My Sweet Love è uno dei pochi momenti leggeri e ballabili, poi una serie notevole di canzoni trascinanti e taglienti, calde e rabbiose, ma senza mai alzare i toni: If I die sudden, Troubled land, John Cockers e Don't need this body.
Il resto lo scoprirete se avrete voglia di fare questa esperienza e di seguire il suggerimento del vostro
Martux, magari sedendovi su una sedia all'angolo buio del Bar, vicino al vecchio Juke Box, ad ascoltare Mean, vero gioiello del disco, con un mano un bicchiere di elegante Nebbiolo.

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domenica 26 febbraio 2012

Tempo di Vacanze: Il Conero, un angolo di paradiso sul Mare Adriatico

L'estate 2010 come sanno bene gli sfortunati che mi frequentano mi è rimasta particolarmente impressa. Anno particolarmente vivace al lavoro, prima vera vacanza di mare con la "piccola Martux", e finalmente dopo tanti anni che ne sentivamo parlare decidemmo di trascorrere le classiche due settimane di agosto nel Conero, fazzoletto di mare in terra marchigiana a sud di Ancona.

Per chi non conosce la zona le sorprese sono tante. Il Conero da solo vale il prezzo del biglietto: mare molto bello, quasi caraibico nonostante siamo sul mar Adriatico (bandiera blu per Sirolo), monte Conero a dominare il panorama dalla spiaggia, eno-gastronomia di qualità, paesini bellissimi da visitare (Numana e Sirolo), località e spiagge non troppo affollate dai turisti e rapporto qualità-prezzo difficilmente eguagliabile.

Inoltre è possibile considerare il Conero come "base logistica" per estendere la vacanza anche all'arte, alla storia, alle tradizioni regionali. E' infatti possibile con tratti piuttosto brevi raggiungere una serie di borghi e comuni di rara bellezza e interesse storico, mete ideali per arricchire il proprio bagaglio di esperienza di viaggiatore curioso, sempre alla ricerca di qualche segreto o chicca da raccontare e condividere.

Ma andiamo con ordine:

Le spiagge: si passa da quelle attrezzate e abbastanza grandi come Numana Alta (Spiaggiola), Numana Bassa, Mercelli e Urbani, di sabbia e sassi, con giochi per bambini, noleggio pedalò, canoe ecc e Bar che sfornano pizze e focacce tipiche.
Meno commerciali e più selvagge le spiagge dei Sassi neri da raggiungere a piedi attraverso il parco giochi di Sirolo, di MezzaValle, PortoNovo, San Michele e la nota spiaggia delle due Sorelle raggiungibile comodamente in gommone o in barca tramite gita organizzata.

Cibo e Vino: conoscete le olive ascolane? La crema fritta? Assaggiato qualche salume del posto? Credo che tutti i palati possano essere soddisfatti, tenendo conto che la cucina è un ottimo mix di e terra e mare.
Per gli amanti del vino abbiamo un'ottima DOC a base Montepulciano, il Rosso Conero da degustare nelle suggestive tenute a pochi chilometri dal mare (le Terrazze e Moroder per citarne due).

Citta storiche: il borgo medioevale di Offagna, l'atmosfera mistica di Loreto con la sua madonna nera, CastelFidardo con le sue fisarmoniche, Recanati con la casa del Leopardi, Camerano con la sua città sotterranea, sono piccoli gioielli di storia e architettura antica, dove è ancora possibile fare due passi all'interno delle mura medioevali respirando un’atmosfera intrisa del nobile e misterioso passato del nostro paese.

Montagna: stanchi della solita vita di mare? Prendete la macchina e salite fino al parcheggio a più di 500 metri sul monte Conero. Da li, oltre a trovare un agriturismo paradisiaco, immerso nel verde e nel silenzio con vista panoramica esclusiva (meta ideale per una fuga d'amore o una vacanza all'insegna del relax totale), avrete la possibilità di fare delle belle escursioni nei boschi più o meno impegnative, fino ad arrivare a dominare la costa adriatica con gli occhi da alcuni punti panoramici a strapiombo sul mare tipo quello sulla spiaggia di Portonovo…impagabile!

E se avete ancora qualche dubbio fatevi una passeggiata a Numana o Sirolo, magari verso le sei e mezza di sera, andando a curiosare nelle anguste viette, fatte di ciotoli, casette in pietra, squarci di colline e mare ovunque.
Non mancherete di trovare qualche gelateria artigianale da provare dopo cena, scoprire le leccornie prima citate in qualche negozio di eno-gastronomia, fare un giro nel verde parco di Sirolo oppure dedicarvi ad uno dei vostri sport ideali: aperitivo con vista mare e cena di pesce lungo mare. Che idillio!

Se volete qualche info in più scrivetemi pure. Qui non aggiungo altro...anche se non sono convinto di aver detto veramente tutto...:(

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L'anima eterna di Jeff Buckley: Forget Her....and don't forget him

Ieri sera, sulla via del ritorno verso casa, ascoltavo in macchina la radio, quando ad un certo punto è partita una canzone che non conoscevo ma cantata da una voce familiare.
Una voce bianca, vibrante, diretta alle corde dell'anima, cristallina e di grande potenza che si snoda emozionante in un pezzo dal sapore blues, molto notturno ed evocativo.

Semaforo rosso. Accendo Internet sullo smartphone, un tocco di SoundHound e la copertina di Grace del grande Jeff Buckley si materializza davanti a me. Una outtake che non conoscevo, Forget Her, contenuta solo nelle versioni postume del suo primo e unico disco.
Una sorpresa dal passato, cantata come sempre con la consueta sofferenza e disperazione, timbro unico di Jeff, perla assoluta ad arricchire un disco bellissimo.
Scopro navigando che doveva essere addirittura il primo singolo, ma che lo stesso Jeff l'aveva scartata forse per motivi personali, visto che era dedicata alla sua ex-ragazza.

Per chi non conoscesse il disco consiglio l'acquisto, approfittando anche del fatto che si trova sempre in versione "special price".

Qui sotto Forget Her. Buon ascolto!

sabato 25 febbraio 2012

Alla "Piccola Ischia": Pizza e specialità Napoletane a Milano

Ci sono fondamentalmente due categorie di appassionati di Pizza. Quelli che la amano super sottile, che io chiamo alla "Milanese" ma che in realtà è uno standard di tante località italiane, oppure quelli che la preferiscono alla "napoletana", con la pasta un pò crudina sui bordi, sempre piuttosto soffici e alti, a volte anche ripieni. Inutile dire che io sono per la seconda tipologia, più sfidante, voluttuosa, sexi nelle sue forme e goduriosa nell'incontro con il proprio palato.
Ovviamente adoro anche la "pizza al trancio", quella alta, che possiamo anche considerare un'altra pietanza rispetto alla pizza classica.

A Milano, negli ultimi 10/15 anni sono nate una serie di pizzerie (quasi tutte catene) che millantano di essere specialisti e degni rappresentanti della tradizione Napoletana, che in tema di pizza è un must riconosciuto in tutto lo stivale.
Amando alla follia la Pizza e considerandola una delle più grandi invenzioni della cucina italiana, non potevo ovviamente dispensarmi dal provare più o meno tutti questi "famosi" alfieri della tradizione.

Ieri sera, tristemente privi del nostro simpatico e loquace Sindacalista Informatico, io e il Notaio ci siamo confrontati su temi sociali e crisi economica alla Piccola Ischia, simpatica e affollata pizzeria (catena anche questa) in Viale Umbria 60.
Locale pittoresco, molto in stile marinaresco, con muri dipinti di bianco, azzurro e di paesaggi del
Golfo, nel tentativo di ricreare l'atmosfera originale, con tanto di balconcino sospeso arricchito dalla presenza di un vecchietto che si beve un caffè.

L'offerta di piatti napoletani è vasta, dai classici fritti misti (crocchette, zeppole, pizza fritta, fiori, mozzarella, scamorza ecc), ai panini al forno fino alle bruschette. Noi siamo passati subito alla pizza, che è servita in tre formati diversi: piccola, media e grande. Sbagliando, abbiamo optato per il formato grande, che necessita di circa 6 ore per un'adeguata digestione. Sicuramente molto buona, dalla pasta agli ingredienti di base. Senza dubbio il commento di un vero napoletano sarebbe più autorevole, ma devo dire che a me è sembrata rispondere bene alle aspettative. Una Weizen, Una MacFarland, un caffe, un sorbetto e due grappe e si arriva sereni ai 34€. Ma ormai non ci facciamo più caso..

Almeno una volta vale la pena provare, anche se sicuramente i piatti preparati meritano anche più di un assaggio. C'è da dire che il locale è piccolo, affollato e rumoroso, un pò fastidioso per chi vuole scambiare due chiacchiere in tranquillità.
A dispetto della
tradizione partenopea ci sono una specie di entraîneuse cinese e un omino misterioso che girano tra i tavoli, i camerieri non sono sicuramente il massimo della cortesia e portano lo scontrino al tavolo in anticipo...ma passiamoci sopra.

Per chi ama questo tipo di Pizza, oltre alla catena Piccola Ischia consiglio:

Pizzeria La Taverna
Via Francesco Anzani, 3 20135 Milano
02 59900793
Il Pomodorino
www.ilpomodorino.net
Io ho provato Viale Friuli, Via Solari e Via Morosini e sono OK.
Pizzeria La Cuccuma
Via giovanni pacini, 26 20131 - Milano (MI)
tel: 02.2664945

Voi che pizza preferite? Siete stati già in questi locali o ne conoscete altri da suggerirmi?

Buona Pizzata!

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mercoledì 22 febbraio 2012

L' Editoriale: Oscurità ai Margini della Città

Fuori sulla strada..
i rumori aggrediscono i timpani come zanzare tigre in una serata estiva sul Delta del Po, frenesia nervosa nell'atmosfera che ruota intorno all'uomo che cammina sul marciapiede, aria opprimente, ruvida per l'olfatto...

Staccare un attimo, con un pò di anticipo rispetto al solito, una piccola evasione, una fuga ideale verso un microcosmo di silenzio e quiete sottile per schiarire il vortice efferato di pensieri.

Ma a Milano è difficile fuggire...non si può scappare da nessuna parte, non ci sono nascondigli facili dove trovare ristoro per il proprio spirito, per attaccare il cervello ad una bombola di ossigeno. Non c'è un fiume dove lavarsi via l'inquietudine che scorre soffocante nelle vene, un tempio solitario dove sedersi e raccogliere il filo contorto delle proprie riflessioni.

Milano ti spreme come un limone, ti sfrutta a pieno e sa che tu sfrutti lei, è un tacito accordo tra cinici opportunisti, un baratto di anime un pò perse o forse solo un pò confuse, in cerca della propria storia, ancora da scrivere.

L'inquietudine...è una timida e invisibile morsa che quando entra dentro non ti permette di liberare energia, ti inchioda immobile in un assordante silenzio interiore, ovatta mentale, scatola vuota dove si rimane per ore avvitati su stessi, incapaci di una decisione, di un movimento verso qualcosa, di urlare nello spazio infinito. Si puà ignorare, far finta che non ci sia, ma non funziona...

Le tenebre scendono seducenti su Milano, ancora una volta, come ogni giorno conquistano silenziose il palco senza clamore, fanno calare il sipario sulla paranoica frenesia diurna, danzano come allettanti meretrici intorno agli adepti, avvolgendo la loro mente ottenebrata attorno al desiderio di oblio, di annullamento di ogni freno, di ogni morale, di ogni scrupolo....libertà, esplosione di sensi, trasformazione e trascendenza.

Due passi a piedi, la follia gonfia le vele sul mare aperto della notte, l'uomo entra nei locali affollati e si concede alla confusione, si lancia nel vortice ancora una volta, in cerca di intuizioni, per dimenticare la rosa del sud, luce chiusa e soffocata nelle mille paure di una stanza molto lontano da qui.

Esce fuori, entra in un altro locale, due, tre, dieci posti diversi...stordimento e confusione, lucidità tagliente e riflessi che volano via...e ancora cammina nel cuore della metropoli, passi da gigante dentro le vie di un tempo, echi di un passato di nobiltà gloriosa camminano a fianco a lui, tra un'ombra e un'altra..e ancora una..
Cerca di recuperare quello spirito, di afferrare qualche segreto da tenere custodito gelosamente, di ascoltare le voci dei padri, risposte, consapevolezze...e un pò di verità..

La strada è persa, la vista è quella di un bimbo appena nato, stupore, sorpresa, voglia di scoprire..ma è tardi...è notte...l'oscurità è diventata l'unica madre e solo a lei si può chiedere dov'è la strada per tornare a casa...

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Metto le mani nella tasca del giubbotto, sembra profonda e c'è qualcosa dentro che non ricordavo di avere.. tiro fuori un foglio bianco che velocemente davanti ai miei occhi vacui si popola di parole nervose che scorrono velocemente una dopo l'altra e lo riempiono di stupore....appendo il foglio di carta scritto sul palo della luce in questa strada solitaria della mia città...volerà via...

Folle Magia della notte...la notte oscura, densa, dal fascino unico e inarrivabile che copre le sofferenze e la passione pulsante di questa Milano.

Io rimango qualche minuto all'incrocio di queste due strade, nel silenzio inquieto, immerso dentro l'oscurità ai margini della città.

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PS: la foto è la Città di notte di Petr Kratochvil

martedì 21 febbraio 2012

One Step up..e due assaggi di La Monaca 2008..Sicilia IGT in attesa del Boss

Ed eccoci davanti ad un altro impegnativo inizio di settimana, giusto mix tra acidità e tannino duro.
Bisogna fare subito in modo di ammorbidire queste sensazioni con un vino caldo, figlio di una terra generosa e baciata dagli dei, dalla buona tradizione enologica.

La Monaca 2008, un Sicilia IGT fatto da uve Sirah, Cabernet e Merlot, con il primo vitigno particolarmente a suo agio nel microclima della zona di Monreale.
La cantina è Sallier de la Tour, azienda del noto gruppo siciliano Tasca D'Almerita.

Tra i vari assaggi fatti in questi anni (sempre pochi per avere una reale competenza) il Sirah è tra quei vitigni che sicuramente ho trascurato, di conseguenza valutare in modo completo e obiettivo l'assaggio mi viene difficile.

Il naso è più intenso che fine, almeno inizialmente. Ancora una volta le tipiche note vanigliate e di spezie dolci del barrique hanno il sopravvento sul resto.
Tuttavia con qualche giro di bicchiere e qualche paziente riflessione, si apprezza una complessità forse un pò ruffiana ma sicuramente gradevole.
Tabacco e cuoio, note fruttate di ciliegia, e sottofondo balsamico si alternano alle note più stucchevoli di vaniglia e tostatura.

L'entrata è decisa e avvolgente, il tannino importante ma non particolarmente astringente.
Discreto corpo e beva appagante, grazie anche una buona acidità che bilancia bene i 14% di alcool.
Finale amarognolo con sensazioni di cacao e speziature che sono il piacevole trait d'union di tutta la degustazione.

Un buon vino ma secondo me non vale i quasi trenta euro di prezzo.
Da abbinare con carni condite, cacciagione, arrosti e formaggi stagionati.

Il sottofondo è lento, riflessivo, lunare..One Step Up, Brilliant Disguise e qualche pezzo di Tunnel Of Love..in attesa del nuovo disco Wrecking Ball...di cui sento parlare molto bene..

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martedì 14 febbraio 2012

L'Editoriale: Sogni di Blog and Roll

10/02/2012

Venerdi sera, uscita libera con due balordi conosciuti molti anni fa, sopportazione reciproca finalizzata a litigare un pò davanti ad un buon bicchiere di rosso e al piatto pieno.

Il Blogger è in macchina, solo. E' nei pressi del ristorante, con un pò di minuti d'anticipo rispetto all'orario pattuito.
Lampo di genio, gioventù bruciata che ritorna con rinnovato ardore, e chiama il Sindacalista Informatico per un aperitivo iniziatico. Che viveur! Che modaiolo!
L'amico ovviamente non è ancora in zona, niente aperitivo. Non resta che aspettare i due fannulloni ancora in macchina.

Solitudine, il freddo fuori imperversa con cinismo gelido, qualche coppietta svolazza sul marciapiedi, in attesa della calda convention notturna...una ragazza di colore si avvicina dalla strada adiacente, sembra guardare la mia macchina, forse si piega curiosa, finalmente la dea bendata ha gettato a terra la mascherina e sta per tuffarsi dentro il mio bolide nero...siii...e vai stavolta la realtà è meglio dell'immaginazione!!
Signorina ha bisogno? Vuole diventare adepta dell'Angolo del Martux? Ma si quel Blog dove si parla di vini, viaggi, e....ok...
Ovviamente devia dall'altra parte, non so cosa cercasse, chi fosse, cosa avesse visto di entusiasmante nella mia aria vacua e perplessa ma svanisce com'era venuta...

Il fuoco della tecnologia divampa dentro di me, accendo lo smartphone, via con la connessione dati, 3G, GPS, le sigle si susseguono in un vortice frenetico di mani per capire esattamente dove mi trovo, per essere sicuro che solo pochi metri mi separano dal ristorante.....certezze.

Ma ecco l'uomo arrivare in lontananza, il Sindacalista, cammina veloce, sicuro, sembra Paul McCartney nella copertina di Abbey Road ma per fortuna non è piedi nudi...il Blogger suona il clacson, ma la faccia inebetita del Sindacalista risponde solo con un timido sorriso....cazzo adesso accendo il motore e lo stiro secco cosi capisce che ce l'ho con lui...
Ancora il clacson rimbomba nella via silenziosa e stavolta il suo genio planetario si illumina di immenso, si ferma sulle strisce pedonali, mi guarda come un dolce nonnino presbite guarda suo nipote, e capisce che sotto quella scatola nera c'è il vecchio amico Blogger che sta suonando proprio a lui..

Sale in macchina, e manco fosse il mago di Segrate tira fuori da un sacchetto Esselunga una bottiglia di Bordeaux comprata in Belgio (cosi dice lui), il mio regalo di compleanno.
Emozione, vorremmo abbracciarci come vecchi amici, ricordare i tempi andati, ma ci limitiamo a mettere la bottiglia nel baule lontano da sguardi indiscreti e a dirigerci verso il ristorante...siamo stufi di aspettare il Notaio e abbiamo fame.

Si entra nel ristorante, il Giardino dei Segreti, nessuno ci riconosce, ci posizioniamo al tavolo indecisi sulle posizioni da prendere, e dopo pochi minuti il grande Notaio arriva trafelato.

Il ristorante è semi-pieno, qualche famiglia, qualche coppia e diverse "femmine" che attraggono l'attenzione dei tre bravi ragazzi.
Cameriere, i nostri piatti, la bottiglia di vino e si aprono le danze...il Sindacalista si alza tre o quattro volte durante il primi 20 minuti, tutti penserebbero ad un attacco di diarrea improvviso, ma noi sappiamo che con il suo sguardo penetrante vuole cercare di adescare l'angelica biondina dietro di noi, votata all'unanimità la Top Girl del locale.

Illusioni metropolitane, ego sugli scudi, sogni di Blog and roll, certe notti la macchina è calda, ma alla fine sul tavolo i "discorsi seri" danzano smisurati annullando le velleità dei tre, riportando desideri e attenzione su un piatto di tagliata con verdure fritte....

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ps: la foto è presa dal web...alle volte sono mie alle volte no...

lunedì 13 febbraio 2012

Abbazia di Novacella: un bicchiere di Lagrein Riserva tra sacro e profano

E dopo aver versato qualche lacrima spirituale è conveniente tornare ad ammirare le lacrime e gli archetti che crea un buon bicchiere di vino nella sua dimora ideale: il bicchiere.

Con la fantasia torno in una regione a me cara, forse quella che ormai conosco meglio: Il Trentino Alto Adige, sponda sudtirolese.
Questa volta saliamo un pò più a Nord lungo l'autostrada del Brennero, con un pò di magone superiamo l'amata WeinStrasse nei dintorni di Bolzano, e saliamo su verso Bressanone, proprio nel cuore di un'altra zona vinicola d'eccellenza: la Valle Isarco.

Pensi alla Valle Isarco e se ami il vino ti viene in mente la splendida Abbazia di Novacella, che oltre ad essere una bella meta turistica per religiosi e non, è anche una delle tante ottime cantine della regione.
Grandi bianchi innanzitutto, vero fiore all'occhiello dell'enologia alto-atesina, ma anche rossi di buona qualità e personalità.

Non è questo il caso purtroppo, almeno secondo me.
Dopo l'interessante "Spigel" di Caldaro, ho assaggiato stasera il Lagrein Riserva di Novacella, uno dei vini presenti nella famiglia dei Praepositus, linea di punta dell'azienda.

Nonostante l'importanza della bottiglia e il discreto prezzo (sopra i 20€ in enoteca) il vino in questione mi ha un pò deluso, sulla scia di alcuni assaggi che a volte capita di fare dove l'enologia pesa un pò troppo e non positivamente sul risultato finale.

Colore carico e profondo, classico del Lagrein dove un rubino acceso viene tagliato da riflessi violacei sull'unghia.
Il naso è un pò chiuso, timidamente accarezza il nasco con promettenti sentori di tabacco e cuoio su sottofondo leggermente balsamico, sensazioni che incuriosiscono ma non seducono.
Frutto maturo, note di marmellata, il tutto a bicchiere fermo. Trattenuto, non si lascia andare.
E quando pensi che il meglio debba ancora venire, c'è il legno del barrique a riportarti sulla terra.
Roteando il bicchiere viene fuori con prepotenza e copre tutto il resto per alcuni secondi, accompagnato da note vanigliate e dolciastre un pò stucchevoli.
Bisogna assaggiare per dimenticare.

In bocca il vino risulta fresco e di buona beva, spiccano le note più dure bilanciate da un tannino però abbastanza morbido e non particolarmente astringente.
Retrogusto amarognolo, di cioccolato nero, che accompagna il vino ad un finale soddisfacente e abbastanza lungo.

Un vino austero, ben costruito se vogliamo, ma poco emozionante e troppo monocorde soprattutto al naso. Da abbinare con canederli, gulasch, selvaggina.

Ci sono Lagrein a mio avviso più interessanti, con prezzi anche più competitivi.
In ogni caso la cantina merita una visita a 360 gradi, e se vi capita di poter visitare anche l'enoteca tuffatevi sui bianchi senza pensarci troppo!

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domenica 12 febbraio 2012

Addio Whitney: I'm Your Blogger Tonight

L'idea era quella di preparare un nuovo editoriale con taglio comico, vista la "simpatia"che ha riscosso il precedente.
Avevo anche un assaggio enologico da condividere con voi.

Ma la notizia della prematura morte della grande Whitney Houston ha rinfrescato le inquietudini che albergano dentro di me costringendo la mia "penna" a intraprendere un'altra strada, attingendo dalla memoria qualche semplice ma autentico ricordo da lasciare a "The Voice".

E' inutile commentare troppo la notizia, tutto è già stato detto, anche se le cause non sono ancora chiarissime. Non è la prima volta che una notizia del genere ci colpisce, basta pensare agli ultimi tre anni.
E purtroppo non sarà l'ultima temo, conoscendo i vizi, le insicurezze e i problemi che molto spesso avvolgono le star di musica e cinema in una morsa soffocante e letale.

Alcool, droghe, depressione, solitudine, fragilità emotiva.. sono questi i demoni che convivono con queste grandi ma delicate personalità, grandiose e determinate nel raggiungere la vetta, ma incapaci di calarsi nella nuova realtà, non in grado di convivere con la pressione e il successo, spesso più sfruttate che amate e aiutate dalle persone che ruotano intorno a loro.

Non sono mai stato un fans di Whitney, ma l'ho sempre apprezzata: bella, solare, elegante, e dotata di una voce strepitosa e un modo di cantare semplicemente divino, in grado di ridurre le distanze di gusti e generi avvicinando chiunque alle sue canzoni, anche quelle apparentemente più commerciali.
Era lei a fare la differenza.

Due sono i ricordi che ho di lei, che oggi ancora una volta sono tornati a galla.
Il mio più caro amico di infanzia aveva comprato il disco I'm Your Baby Tonight, nel lontanissimo 90. Io già ai tempi consumavo musica di buon grado ormai da anni, e sorrisi a quell' acquisto che già in quel periodo mi sembrava troppo commerciale e sdolcinato.
Ma quella voce, cosi sicura, potente e seducente..riusciva nonostante non lo avrei mai amesso a mettermi in ginocchio...una voce che ti avrebbe fatto fare qualunque cosa.

Due anni dopo la Houston conquistò il successo planetario assoluto reinterpretando la patetica canzone I Will always Love You di Dolly Parton, colonna sonora del fumettone sbanca cinema "The Bodyguard" in coppia con il divo del momento Kevin Costner.
Avevo 17 anni, un pò timido e sognatore per l'età, si usciva con una compagnia mista, con la presenza di un buon numero di ragazze...quella canzone metteva d'accordo un pò tutti, fece da sfondo a diverse fantasie, illusioni romantiche e sogni di grandi passioni.
Rese quella canzone una hit assoluta, ideale da ascoltare in momenti di esaltazione come di nostalgia patetica da "giovanotto in calore".

Oggi una delle più grandi voci di sempre si è spenta su questa terra in silenziosa e triste solitudine. Una luce che rimarrà viva in eterno nel firmamento musicale.

Ciao Whitney, riposa in pace ma concedimi un'ultima volta di ballare con te.
Almeno per questa notte, io sono il tuo Blogger.

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sabato 11 febbraio 2012

Una cena del Trio all' Osteria Giardino Dei Segreti

Altro venerdi, altra uscita del trio "desperados": il blogger, il notaio e il sindacalista informatico.
Ma di questi personaggi parleremo un'altra volta.

Stasera si sono recati al "Giardino dei segreti", osteria di buona nomea a ridosso di corso 22 marzo, a Milano.
Si è festeggiato il compleanno del Blogger in ritardo, bottiglia di Bordeaux e libri stuzzicanti tra vino e fumetti a rendere omaggio al rompiscatole dell'Angolo.

Si mangia bene al Giardino dei Segreti, un pò di tutto, tante specialità e piatti sempre abbondanti e di buona fattura.
Forse manca un piatto rappresentativo del locale o forse no se consideriamo il fritto di patatine e zucchine julienne il vero must dell'osteria.

Ma andiamo con ordine. Antipasti al buffet discreti con focaccina calda servita a sorpresa (notevole), o in alternativa antipasti caldi su richiesta.
Forse sbagliando abbiamo optato per la prima scelta, quando la seconda offriva alternative di carne o di pesce piuttosto invitanti.

I primi li abbiamo snobbati ma il menu offriva diverse opzioni tipo: tagliolini ai funghi, ai carciofi, ravioli di formaggio con fiori di zucca, "tagliolini dei segreti" con scampi calamaretti vongole e pomodorini freschi.

Siamo passati ai secondi dove sia la carne sia il pesce sono presenti con varie opzioni. Dalla grigliata di carne all'ottima tagliata, dalle fiorentine alla salsiccia alla brace, dalla grigliata di pesce al rombo alla griglia, per finire con il fritto di scampi, calamari e zucchine.
I tre soggetti, fantasia sugli scudi, hanno optato per tre tagliate con contorno di patatine e zucchine fritte accompagnate da un Carignano del Sulcis, autoctono sardo.

Sorbetto di mela con Calvados, Caffe, mirto e limoncello e il conto si delinea sui 40€ abbondanti a testa.

Interessante la cantina, ben fornita con etichette che coprono lo stivale abbastanza bene, forse con poche sorprese ma con una buona presenza di etichette di vario livello.

Servizio puntuale ma molto standard.

Si esce con l'odore di fritto sui vestiti e con qualche interrogativo: ok si mangia bene ma perchè la gente aspetta mezz'ora e più quando a Milano è pieno di ristoranti?

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martedì 7 febbraio 2012

Un bicchiere di Valtellina Superiore "Le Prudenze" in compagnia dei Police

Ogni tanto una sorpresa che non ti aspetti. Stasera ho aperto un Valtellina Superiore di Alberto Marsetti, facente parte della partita di Nebbiolo valtellinesi comprati all'enoteca di Bormio qualche tempo fa..

Devo dire che fino ad ora, i vini comprati, tutti consigliati dall'abile enotecario non mi avevano esaltato più di tanto. Anche alcuni assaggi provati durante i pranzi e le cene consumate in loco mi avevano stordito a colpi di legno e tannicità.
"Le Prudenze", Nebbiolo in purezza del 2008, pur non essendo un vino da mille e una notte, mi ha sicuramente regalato qualche attimo di curioso piacere.

Colore scarico tipico del Nebbiolo, buona intensità olfattiva che si accompagna a note molto fruttate, ciliegie e prugne, e a tabacco e spezie dolci che dopo qualche passaggio perdono di smalto.
In bocca le sensazioni più felici. Il vino è di buona beva nonostante un tannino ancora giovane e una buona acidità che deliziano e rinfrescano il palato.
Retrogusto piacevole e minerale, e un finale di noci e frutta rossa accompagnano per diversi secondi il Blogger al suo post...

Non un vino indimenticabile, ma un onesto e confortevole compagno di cena e dopo cena...
La musica di accompagnamento questa volta l'ha scelta mia figlia, che nonostante i quasi tre anni ha un'invidiabile e promettente anima rock. Synchronicity dei Police. Ha sfilato il cd dalla libreria e mi ha chiesto di metterlo "forte".
E via a ballare con Sting tra Every breath you take e Wrapped around your finger.

Da abbinare a pizzoccheri, tagliatelle al cinghiale, cacciagione e selvaggina, coniglio, formaggi duri e stagionati.
Io l'ho preso a 15€ in enoteca.

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domenica 5 febbraio 2012

Wrecking Ball: Il nuovo disco di Bruce Springsteen

Tra un mese esatto, il 6 marzo, uscirà finalmente Wrecking Ball il nuovo e attesissimo disco del grande "Boss" Bruce Springsteen.

Il 18 marzo inizierà anche il Tour Mondiale, che lo porterà in giro per gli Stati Uniti prima e successivamente per l'Europa, dove tra le tante date pianificate ci sono anche tre tappe in Italia: Milano, Firenze e Trieste (7,10 e 11 giugno).

Del disco abbiamo sentito parlare già parecchio, rock e "arrabbiato" nei testi, profondo nell'analisi del tempo che stiamo vivendo, moderno e curato nei suoni e nella produzione affidata a Ron Aiello.

Il primo singolo è We Take Care of Our Own, un bel pezzo, ben arrangiato e potente nell'intro, voce controllata e suoni ben miscelati tra classico e-street e modernità.
Alcuni frasi esaltano il pensiero di Bruce, che potremmo usare come cartina tornasole per provare a "leggere" il nostro paese o tutto quanto succede da anni sotto i nostri occhi:

"Stavo cercando la mappa che mi conduce a casa/..Quelle buone intenzioni si sono seccate come le ossa/..In qualsiasi posto la bandiera sia sventolata
Ci preoccupiamo per noi stessi

Avevamo bisogno di aiuto ma la cavalleria è rimasta a casa/..
Dov’è l’amore che non mi ha abbandonato/..
Dov’è il lavoro che libererà le mie mani, la mia anima

Ci preoccupiamo per noi stessi
In qualsiasi posto la bandiera sia sventolata"

Il disco conterrà anche due brani già conosciuti e pubblicati su altri cd (live o singoli). La title track Wrecking Ball e Land Of Home and Dreams, prima canzone scritta con la E-Street Band dopo l'epica Reunion di fine secolo e suonata sempre durante quel tour. Nella versione deluxe, ci sarà anche uno dei pezzi più trascinanti degli ultimi anni: American Land, già apparsa nello strepitoso cover album dedicato a Pete Seger.

Al di là delle sorpese e della curiosità intorno ai nuovi pezzi, abbiamo in mano l'ossatura del nuovo disco. Una base forte, di sostanza, che regala al nostro immaginario alcuni simboli e valori che il Boss vuole ancora una volta cavalcare e portare avanti, conficcare come una bandiera su questa "hard land" che tante volte abbiamo calpestato assieme, lasciando il segno nelle menti di chi lo seguirà ancora una volta.

Land of Hope and dreams:
La ricerca della terra promessa..il desiderio di continuare a coltivare i propri sogni, a sperare in un mondo migliore, a cercare la propria dimensione e felicità attraverso un lungo viaggio in treno, spirituale e terreno.
Un treno carico di anime in cerca del riscatto, di una nuova opportunità, la fede come compagna di avventure....il ritorno con la E Street Band in giro per il mondo, a sfidare il passato e i segni del tempo.. un ricordo per l'amico migliore, un inno alla vita eterna dove tutti quelli nati per correre si ritrovano per l'ultima corsa.

Wrecking Ball:
Tempi duri per l'America, per i suoi ideali originali. Tempi duri per tutti. Tempi duri per i Giganti, e forse per lo sport.
La palla di demolizione sta abbattendo i sogni e le speranze delle persone comuni. La palla di demolizione sta per buttare giù un'icona per tanti sportivi, una casa di emozioni e ricordi.
La palla di demolizione sta cercando di demolire la band...ma lo spettacolo deve andare avanti...la lotta continua, ci sono ancora colpi da sparare, storie da scrivere, i sogni non sono ancora stati sepolti....una tromba si libra alta nel cielo a catturare le anime dei giusti.

American Land:
La storia di un paese e di un popolo. La canzone che racchiude in sintesi tutta l'opera di Bruce, le speranze, i sogni, la ricerca di una casa dove vivere felici con la propria famiglia, senza considerare razze, colori o religioni. Una corsa attraverso gli oceani, il coraggio di rischiare, il coraggio di affrontare paure, ostacoli e muraglie...il desiderio forte di arrivare. La canzone adatta a chiudere tutti i concerti.

Vi lascio la Track List di Wrecking Ball:

We Take Care of Our Own
Easy Money
Shackled and Drawn
Jack of All Trades
Death to My Hometown
This Depression
Wrecking Ball
You've Got It
Rocky Ground
Land of Hope and Dreams
We Are Alive

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giovedì 2 febbraio 2012

L'Editoriale - Il Blogger sotto la Neve..e senza benzina!

01/02/2012

Uscito dall'ufficio intorno alle 19:30, leggermente preoccupato per la neve.
Anche oggi qualche nota stonata, qualche tensione che ha serpeggiato infida intorno a me... odio l'ipocrisia.
Vengono idolatrati falsi profeti che non hanno lasciato molto...ho bisogno di una boccata di ossigeno...

Una macchina sbanda in curva e cozza con un'altra..fa finta di nulla, annaspa sulla neve...meglio levarsi prima che mi stiri...
Inforco i guanti neri da sciatore cazzuto e la paletta double face raschia ghiaccio-spugna e mi accingo a pulire la macchina, vetri, cofano, luci....

Milano è pulita, non è scura e densa come sempre. La neve illumina e purifica per qualche momento la sua anima nera. Strade veloci senza insidie, sono sull'autostrada Milano-Genova, destinazione Binasco, non c'è gran traffico...sfilano i giganti di cemento di Assago, quadri riusciti male del moderno genio architettonico, arrivo al casello...ancora qualche kilometro di apparente tranquillità, sono quasi a casa, molto bene....azz, avviso luminoso: incidente al'uscita di Binasco.

Va bene mi dico, speriamo che non abbiano chiuso l'uscita..l'incubo Bereguardo (l'uscita successiva) si profila nuovamente davanti ai miei occhi, a solo un anno di distanza dalla prima volta...no Dio, no, non ho voglia di uscire nella terra di nessuno, in quel fazzoletto di autostrada costruita per sbaglio, dove non hai compagnia se non la sorda sensazione di esserti realmente smarrito in un posto dimenticato dall'umanità.....speriamo non sia chiusa la mia uscita...

Bene, ci arrivo, fuochi per terra, macchine ferme, la grande cavalleria di vigili e polizia schierata..si fa sul serio...avranno accoppato un contadino famoso delle cascine intorno a casa mia...eh no! nooooo!
Uscita chiusa...i vigili minacciosi mi guardano come se fossi un sinistro mix tra l'evasore fiscale di Cortina ed un latitante, Bereguardo mi aspetta ansiosa, senza via di scampo, non si può fuggire, sono senza alternativa....c'è un problema però. Non ho benzina, ero sicuro di arrivare a casa sereno e farla sulla strada..e invece no.

Il destino ha scelto diversamente caro Martux, te ne devi andare a Bereguardo, la cattedrale del Nulla, e non farai benzina..sei in rosso?? potevi farla prima....non troverai nessuna strazione di servizio nel giro di chilometri, niente da Binasco a Bereguardo sulla Milano-Genova..e nemmeno in quei meravigliosi nove fottuti chilometri di statale che separano l'uscita da Pavia...nulla!
Mantenere la calma, freddezza, diplomazia, karma buddista...attenzione...

Si va in seconda, terza, quarta al massimo a 40 all'ora...invoco il commerciale Citroen che quando mi ha venduto la macchina mi ha detto che consumava poco..è arrivato il momento di dimostrarlo!
Innesto la modalità "vecchio della domenica con cappello" e procedo piano piano....arrivo a Pavia, fino ad ora strade pulite..incredibile...uno o due anni fa, stessa combinazione e strade al limite...
moglie e figlia mi aspettano a casa...mi invocano come fossi Ulisse che deve far ritorno ad Itaca, ma devo ancora incontrare la maga Circe....

Avanti piano, concentrato col cappello di lana in testa, sembro Stallone in Rocky IV, guardo i miei occhi freddi dentro lo specchietto retrovisore e mi commuovo..cazzo stasera c'è Lazio-Milan, c'è il piccolo Lord con il suo caschetto biondo...e io sono perso nelle paludi di neve....entro sulla Pavese, delirio.
Si procede piano, la strada è appena discreta...si va avanti....il telefono squilla, si sta spegnendo anche lui..tutto è contro di me...sogno il benzinaio di Binasco come fosse un harem pieno di veline ai provini per Striscia, mi aspettano e invocano il mio nome...ce la devo fare, ce la devo fare....non fa male, non fa male!

Certosa, Giussago, Casarile...ci sono quasi, la macchina sta sfidando se stessa...le prime luci, la civiltà, Car Wash, i motel ambigui, benzinai dove siete?

Mi sembra di vedere la bandiera francese che sventola elegante, occhi confusi, stanchi...ci sono, sono arrivato...tolgo la marcia in modo morbido, leggera discesa e arrivo esausto e trionfante al benzinaio Esso di Binasco...scendo e bacio la pompa con passione scomposta, salgo sul distributore quasi a montarlo...emozione selvaggia.

Cinquanta euro, un bel sorriso sotto la neve, mi guardo attorno attonito come un naufrago, respiro a pieni polmoni, inalo l'aria di campagna purificata dalla neve gustandomela a fondo, e mi rendo conto con un lampo di fredda e innocente lucidità che la prossima volta la benzina mi conviene farla subito...

Volo a casa...

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mercoledì 1 febbraio 2012

Pranzo alla Bettola di Piero: atmosfera da "Vecchia" Milano

Sabato scorso, complice il compleanno di un'anziana e deliziosa signora di 88 anni (era pure il mio compleanno ma è passato in sordina!), ho avuto la possibilità di pranzare alla Bettola di Piero, tradizionale osteria milanese a pochi passi da Crocetta, un angolo di vecchia Milano con tanto di tovagliette rosse a quadretti, vecchi quadri appesi alle pareti, insegna ed entrata di vetro come quelle "di una volta".

Il locale è piccolo ma accogliente, molto semplice e senza troppi fronzoli, apre ai clienti una finestra nel passato, alla ricerca di quella semplicità e di quel modo di mangiare da trattoria che sempre meno fa parte delle caratteristiche della ristorazione di Milano.

Proprietari cordiali e disponibili a consigliare il cliente sui piatti o a trovare con lui una formula per accontentare tutti i presenti.

Cucina semplice ma genuina, ruspante e gustosa senza particolare ricercatezza.
La formula in questo caso è stata del menu degustazione uguale per tutti. Si parte con gli antipasti della casa: salumi misti (coppa, mortadella, salame e prosciutto crudo), frittata di verdure e pancetta, polenta con lardo e bruschette varie. Tutti gradevoli ma niente di particolare.

Bis di primi, tagliatelle con sugo di cacciagione (ottimo ma pasta troppo cotta) e un fantastico risotto con zola e pere, veramente notevole, mantecato in modo perfetto e ideale pillola di buonumore per una giornata grigia e un pò fredda.
Porzioni abbondanti, qualcosa è rimasto a tavola.

Nonostante una buona cantina, in particolare dedicata alla regione Piemonte (origini della propietaria) è stato servito un Barbera "della casa", anonimo accompagnatore del pranzo.
Buono il dolce, una crostata di frutta con uno strato importante di crema pasticcera.

Sono uscito dal ristorante rotolando, con i vecchi tram degli anni 30 che ubriachi barcollavano sulle rotaie incerte di una città che non c'è più, davanti ai miei occhi annebbiati dai fumi della Barbera..anche lei degli anni 30..

Tutto sommato pranzo soddisfacente, ma vorrei ritornarci per scegliere e gustare con più attenzione i piatti più meritevoli. Nonostante le apparenze da "semplice trattoria alla buona" so che il conto rientra purtroppo nella media milanese, sui 35-40€, aspetto che stona un un pò con un locale di questa tipologia.

Valido per compagnie di amici in cerca di una serata goliardica, per un pranzo di lavoro ma anche per una serata romantica alla ricerca di un'atmosfera un pò retrò (conviene prenotare sempre).

Il bagno è fuori dal locale!!

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