venerdì 29 luglio 2011

L'Editoriale: Tenera è la Notte del Blogger

« La bella fronte alta si arrotondava delicatamente dove i capelli, cingendola come uno scudo di blasone, esplodevano in riccioli e onde e bioccoli biondo cenere e oro. Aveva gli occhi chiari, grandi, luminosi, umidi e splendenti, il colore delle guance era autentico... »

Questa atipica sera d'estate, fresca e desiderosa di mantenere le promesse fatte durante l'inquieto girovagare di gioventù, attraverso l'errare impaziente di spiriti fuggiaschi, da una strada all' altra di New York, dentro e fuori dai pub affollati di Parigi, in caccia di avventure da raccontare ad un tavolo di amici carichi, di storie vissute su un'isola caraibica, di esperienze da bruciare in una notte di selvaggio e segreto trasporto sulle spiagge morbide della Costa Azzurra...

Questa sera l'Angolo era una bolgia, giovani impazziti come mosche si lanciavano dentro come veri Blogger in cerca d' autore, zombie ambulanti in fila indiana si trastullavano intorno alla girandola di cibarie in degustazione, come mosche isteriche intorno ad una vittima designata.

La musica Jazz non si sentiva, era ottenebrata dal canto distorto delle tante sirene descritte dallo scrittore americano, seduto in un angolo del Bar, che osservava sornione le movenze eleganti e sicure delle giovani adescatrici, in cerchi di sedie dove poggiare la parte migliore, o forse in cerca di sguardi da catturare e gettare sulle pagine bianche dello scrittore incuriosito.

Corpi in movimento, silenzi carichi di desiderio, risate appoggiate sui ricordi di un tempo, l'alcool galleggiava sul palato della tavolata degli amici guardoni e scaldava il motore del loro pensiero; lo scrittore si alza e ordine un Whisky, c' è casino ma tutti vedono il grande Gatsby dominare la scena e sorseggiare la vita metropolitana dentro una notte che sembra un vaso di Pandora.

La notte è fresca, la notte è calda, la notte sussurra parole cariche di seduzione, di oblio, di fuga, di sogno americano, di follie estive, di poesia metropolitanta frenetica e animata da mille luci fragili ma mai dome, lo scrittore cerca l'ispirazione in mezzo alle voci della città, tutte chiuse in questo Bar metafora di un agglomerato di anime sopra la linea della follia.

Lo scrittore si alza e se ne va, in cerca di una nuova storia da narrare al suo ritorno, gli amici hanno finito di ricordare i viaggi transoceanici e di fare classifiche sulle ragazze più "brave", l'alcool evapora dolcemente sfumando sopra le menti esauste dei gladiatori dell'usato sicuro.... la realtà bussa alla porta dei sogni di una notte di mezza estate.

Tenera è la Notte recitava lo scrittore americano....e forse la sapeva più lunga di noi....

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mercoledì 27 luglio 2011

Una serata con Groupon: Cena al The Piper's a Milano

Finalmente ieri sera ho battezzato l'ormai noto Groupon, servizio online che offre promozioni e acquisti di gruppo, da cene nei più svariati ristoranti a week end in agriturismo, continuando con rilassanti massaggi, acquisti di prodotti informatici, corsi di inglese ecc.

Ovviamente sono partito da un ristorante un pò caro e ricercato, fuori dai miei percorsi abituali e dai criteri che animano la scelta del locale per la serata "libera".

Parlo del Piper's in Via Cellini a Milano, ristorante molto "lounge", moderno ed elegante, con un stile molto particolare negli arredi e nell'atmosfera.

Il locale è ampio, e nonostante l'entrata molto da "grande Hotel", l'accoglienza è cordiale e semplice, la saletta dedicata alla "coppiette" Groupon è gradevole e ben si adatta ad una cena rilassata nonostante un sottofondo musicale discutibile.

Il servizio è puntuale e cortese grazie ai due camerieri presenti, molto diversi tra loro ma entrambi discreti e desiderosi di mettere in luce le peculiarità dei piatti serviti e del vino in degustazione.

Si parte da un doppo antipasto di insalata di polipo e scampi in crema di ceci, per continuare con risotto di mare (profumi di limone e zafferano) e tagliolini alla salsiccia (il piatto più gustoso). I secondi sono filetto di branzino gratinato e un'ottima tagliata al rosmarino.
In generale una cucina fine e delicata, non travolgente ma sicuramente valida e basata su prodotti di qualità più che buona.
Il tutto è accompagnato da un ottimo Prosecco al calice, pane fatto in casa, acqua e caffè per la modica cifra di 49 euro + un'aggiunta di 5 euro per il terzo calice di vino. La spesa dichiarata era di 120 euro.

Già prima di questa sera riflettevo sull'opportunità di sfruttare maggiormente questa modalità d'acquisto, adatta per sperimentare nuovi locali o prodotti allargando il proprio raggio d'azione, e ideale per risparmiare un pò di soldi sul budget delle serate, dei week end o di altri servizi che si acquisterebbero sui canali tradizionali.
Chiaramente, utilizzando Groupon o altri siti simili, si perde la libertà assoluta di scegliere, nel caso specifico le pietanze da consumare, quasi sempre proposte dal ristorante di turno all'interno di menu degustazione completi, o basati sul piatto "forte"del locale.

E voi lo avete provato Groupon?

Nell'attesa di leggere i vostri numerosi commenti vado a cercare qualche altro coupon da acquistare...

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martedì 26 luglio 2011

Due Gewürztraminer da non perdere della cantina sociale di Termeno


Abbiamo già parlato di Gewürztraminer in merito ad una nota degustazione svoltasi a giugno a Termeno, che di questo vino è sicuramente la patria indiscussa, se non altro in Italia.

Sempre a Termeno è possibile visitare la celebre cantina sociale, che personalmente non finisce mai di stupirmi per la qualità dei suoi vini, bianchi in particolare.

Quest'anno, con il suo Gewürztraminer dolce Terminum 2007 ha vinto il premio come Miglior Vino d'Italia secondo le guide più blasonate, ed effettivamente assaggiandolo nell'occasione sopra menzionata, ho avuto modo di riscontrarne la grandezza assoluta.
Ormai da anni la stessa cantina produce uno dei migliori Traminer italiani, il Nussbaumer che puntualmente ogni anno raggiunge i vertici di tutte le guide e supera brillantemente i giudizi dei vari assaggiatori.

I due vini in degustazione stasera sono i due "fratelli minori" dei vini citati qui sopra, ma secondo me non meno meritevoli di attenzioni e apprezzamenti:

Gewürztraminer 2010 DOC (base): ottimo e perfetto rappresentante del vitigno. Colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, con naso tipico di note floreali di rosa, rosmarino e salvia. Fresco e rotondo al palato, dotato di notevole corpo, pur senza raggiungere il nobile fratello colpisce per l'equilibrio delle sensazioni, per l'ottimo retrogusto che lascia la bocca perfetta e in sintonia con il vino per diversi secondi.
Ottimo qualità prezzo, sotto i dieci euro in cantina.
Gli abbinamenti classici sono con i formaggi erborinati, antipasti di pesce, carni bianche saporite ma io consiglio un bel piatto di pasta al pesto, meglio se fatto in casa.

Gewürztraminer Roen 2009 DOC (vendemmia tardiva dolce): giallo dorato intenso, naso di buona intensità, complesso dai sentori di frutta secca e canditi, note di albicocca, frutta esotica e vaniglia, sottofondo minerale dovuto forse alla presenza di una percentuale di Riesling (10%).
Grasso e avvolgente in bocca, dotato di ottima struttura, note intense di miele e spezie dolci, retrogusto ben bilanciato tra morbidenzza e acidità. Finale eccellente.
Sui venti euro in cantina, meno della metà rispetto al Terminum.
Si può degustare da solo senza abbinarci nulla, anche se eccelle con i dolci e la frutta secca, o in alternativa con formaggi erborinati o molto stagionati. Provocazione: assaggiatelo insieme ad un tartufo di cioccolato...sensazioni inedite e interessanti.

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lunedì 25 luglio 2011

Blogger On The Road: Mangiare bene in viaggio tra le province dell' Emilia


L'Italia è l'ombelico del mondo in materia di enogastronomia. La nostra cucina e i nostri vini sono famosi in tutto il pianeta, e la caratteristica che forse ci contraddistingue con maggior enfasi riguarda proprio la varietà del nostro campionario, cosi diverso tra regione e regione, anche se ormai, soprattutto nelle grandi metropoli, ci siamo abituati all'opportunità di assaggiare e degustare le specialità di tutto lo stivale.

Una delle regioni che soprattutto dal punto di vista gastronomico, non manca mai di deliziare i nostri palati con pietanze goderecce è sicuramente l'Emilia-Romagna.
Ogni sua provincia annovera nel proprio patrimonio semplici gemme di bontà che è sempre un gran piacere poter consumare.

Vediamo cosa ci regala il nostro Blogger, all'interno di un personale e ipotetico itinerario, da consumare durante un week end o anche in viaggio di passaggio verso la meta scelta per le vacanze:

Agriturismo La Favorita (Prov. Piacenza): Bell'agriturismo nelle colline del piacentino, immerso nel verde con allevamento di bovini annesso. E' possibile anche andare a cavallo.
Ideale per pranzi-cene con amici rumorosi o per banchetti di nozze, battesimi, ricevimenti ecc.
Gnocco fritto con salumi piacentini, tortelli ricotta e spinaci (strepitosi), pisarei e fasò, tagliate e grigliate miste di carne. Dolci fatti in casa, anche al bicchiere in versione mignon (da assaggiare anche se al collasso).
Ottimo qualità-prezzo.

Trattoria del Sole (Prov. Parma): Trattoria semplice e accogliente, con prezzi alla mano e consigliata anche dalla guida Slow Food. Culatello, funghi fritti, salumi misti, tagliatelle ai funghi o al tartufo, cannelloni, panzerotti e ravioli di patate, grigliata di carne e faraona arrosto con patate sono solo alcuni degli ottimi piatti genuini e di sostanza offerti dalla casa. Lambrusco d'obbligo per pasteggiare (discreto anche quello della casa), il Nocino per chiudere il pasto.

Antica Trattoria Volano (Prov. Ferrara): Intimo e tipico ristorante di Ferrara, presente da oltre 200 anni sulla riva sinistra del Po di Volano. La cucina è quella tradizionale: sfoglia tirata a mano per degli ottimi cappellacci di zucca, cappelletti in brodo e tortelloni di ricotta solo per citare alcuni degli ottimi primi presenti. Sui secondi c'è da lasciare il cuore e forse il fegato: misto di bolliti con salse alla Ferrarese, somarino con polenta, la mitica e sostanziosa salama da sugo con purè, senza dimenticare stoccafisso, anguilla e aringa tutte accompagnate dall'immancabile polenta. Non può mancare la zuppa inglese in chiusura. Un must per la pausa pranzo se si visita la città in giornata.

Trattoria Piccola Venezia (Prov. Bologna): ristorante che si scopre per caso, quando presi dallo sconforto della A4, davanti al pericolo di rimanere bloccati sulla tangenziale di Bologna, si sceglie di uscire a Modena sud, in direzione (nel mio caso) di Ferrara e dei suoi lidi. Locale semplice e accogliente, con un grande camino accesso in fondo alla sala, dove le grigliate di carne mista (must del locale) si preparano alla degustazione degli ospiti. Antipasto di salumi e formaggi arricchito dalle marmellate fatte in casa, primi discreti ma la pietanza centrale è la carne. Molto tattico per i viaggiatori ma conto non proprio in linea con le attese.

Taverna Napoleone (Prov Modena): Altra scoperta di rilievo a pochi chilometri dall'uscita di Modena Sud, direzione Bologna. Grande e moderno locale immerso nel verde della campagna modenese, circondata da un folto pioppeto, il locale molto ampio è ideale per matrimoni, ricevimenti ecc ma anche per cene romantiche o in compagnia di amici. Il menu è molto godereccio: Gnocco fritto con salumi e tigelle con formaggi e pesto di lardo bastano per una cena con i fiocchi. Ma non mancano primi della tradizione modenese (Agnolotti in varie modalità, risotto al Lambrusco, strozzapreti fatti in casa) o abbondanti primi di pesce (spaghetti allo scoglio) e secondi di notevole qualità (tagliata con mele e aceto balsamico, lombatina di agnello, chateu di manzo, grigliatona di carne mista). Ottima scelta di lambruschi e buona di vini in generale, impreziosita dalla presenza di un sommelier AIS. Si cena all'aperto in una grande e suggestiva veranda, peccato i moschini, anche se durano poco.

Credo sia opportuno fermarsi qui, lasciando la Romagna ad un altro post.

Andate e godetene tutti!

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martedì 19 luglio 2011

Ristorante il Montalcino: Oasi Senese nel cuore del Naviglio Grande


Continua il percorso "metropolitano" alla ricerca di ristoranti e locali interessanti per trascorrere qualche momento di "estasi gustativa" sotto il cielo blu di questa imprevedibile estate.

Ci fermiamo sul Naviglio Grande, nei pressi di Porta Genova, in un'oasi toscana nel cuore di una delle zone più classiche della movida milanese.

Il locale è molto curato, sia internamente, grazie alle salette intime e molto accoglienti, impreziosite dalle tante bottiglie di vino che incuriosiscono e donano al cliente la sensazione di trovarsi in una classica enoteca toscana, sia esternamente, grazie alla particolare veranda molto romantica e ben posizionata sull'angolo tra il Naviglio Grande con Via Valenza.

La cucina è di ottimo livello, ricercata e gustosa, con porzioni equilibrate.
Si va dagli antipasti a base di salumi senesi, lardo di colonnata con miele o misto di formaggi toscani, ai primi classici della cucina locale come i pinci con il cinghiale, ai secondi come lo spettacolare guanciale di manzo immerso nel vino, delicato e saporito al punto giusto, senza dimenticare le ottime bistecche di chianina.

I dolci sono interessanti, e i cantucci non mancano mai sul finale di serata, ma il must del ristorante è la cantina: c'è un'ampia ed elevata scelta di prodotti per fare in modo di accompagnare la serata in modo indimenticabile. Tanti Brunelli ma anche SuperTuscan tra le etichette, alcune rarità, con una scelta generale che copre bene tutta l'Italia.

Da provare una di queste sere, in romatica compagnia. Prezzi abbastanza alti, ma in linea con la concorrenza.

Due chicche per chiudere:
  • il proprietario ha il "vizio" di assaggiare il vino che ti serve (se buono) seppur in minima parte con la scusa che è un pò che non lo assaggia:).
  • Il locale è aperto a pranzo l' ultima domenica del mese in corrispondenza del mercatone dell'antiquariato.

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lunedì 18 luglio 2011

Moscato Giallo Passito Serenade: Caldaro sugli scudi


L' Alto-Adige è terra di grandi vini e "grandi" cantine sociali e nonostante il territorio limitato e non sempre disponibile alla coltivazione della vite, non manca mai di regalare ai noi appassionati di vino i generosi frutti di una produzione che come qualità è tra le più alte in Italia.

Una delle tante gemme, magari non scontata, è il Moscato Giallo "Serenade" della Cantina Sociale di Caldaro, vino prodotto in quantità ridotte con tre mesi di appassimento in soffitto, molto noto tra gli addetti ai lavori grazie anche ai numerosi premi ricevuti.

Colore giallo oro intenso con riflessi ambrati, echi lontani di vini del sud della stessa tipologia, pur essendo dall'altra parte dello stivale.

L'olfatto è notevole, vinoso e pungente all'inizio, il vino regala sensazioni di albicocca e miele, frutta secca e caramello, intenso ma molto fine.
In bocca la sua prestazione migliore: grasso e avvolgente, corpo notevole, esplosivo in entrata, galleggia in bocca con tannini morbidi come seta, con gli agrumi e la frutta esotica che si fondono in un crogiolo di grande piacere.
Retrogusto perfetto con la dolcezza degli zuccheri bilanciata da un'ottima acidità.
Finale lungo, con i secondi che vanno ben oltre i dieci.

Sui 20€ in cantina. Da provare!

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giovedì 14 luglio 2011

Vacanza ad Andalo: un angolo di paradiso sull'Altopiano della Paganella

Vacanza ad AndaloViaggiare è uno dei piaceri della vita: la sensazione di libertà e pienezza che si respira quando si scoprono nuove località, quando si è in movimento per raggiungere posti lontani dall'ordinario, mossi dalla curiosità e dal desiderio di immergersi in una nuova dimensione, fatta solo di relax, divertimento e pura evasione...

Andalo è una località che risponde pienamente a questo ideale.
Si trova in Trentino, tra l'Altopiano della Paganella e le Dolomiti di Brenta, posizione perfetta per trascorrere delle vacanze in montagna sia d’inverno che d’estate.

E' un paese molto servito, pieno di negozi e mezzi che consentono ai turisti di muoversi in modo ottimale in tutte le stagioni, anche lasciando la macchina parcheggiata comodamente in Hotel.

E' dotata di un ampio e moderno centro sportivo che offre agli amanti dello sport opportunità di tutti i generi; dalla palestra di roccia alla piscina, dal calcio al basket, dal tiro con l'arco alla pallavolo, per finire con campi da tennis e centro di equitazione. D' inverno, per gli appassionati degli sport sulla neve ci sono 50 km di piste da sci e snowboard, di vari livelli e difficoltà.

Vicino al centro sportivo è disponibile un delizioso laghetto artificiale (presente in base alle precipitazioni), che offre la possibilià di fare una lunga e appagante passeggiata lungo un percorso ad anello, ideale per famiglie con bambini.
D’inverno il sentiero si trasforma in una perfetta pista per lo sci di fondo, illuminata fino a tarda sera.

Vacanza ad Andalo
Durante l'ultima vacanza di capodanno, cercando il compromesso ottimale per la mia bambina, ci siamo cimentati in un intenso programma fatto di gite in montagna, tra aree dedicate ai bambini con gonfiabili e scivoli, a passeggiate immerse nel bosco lungo un percorso di alcuni chilometri, fatte a piedi, con la slitta trainati da cavalli o in motoslitta, circondati dal misterioso e assoluto silenzio della natura sovrana.
Durante questo gita, abbiamo pranzato alla Tana dell'Ermellino, rustica baita alla fine del sentiero, dove il gulasch con polenta e i canederli avvolgono i clienti infreddoliti con i ruspanti profumi di queste montagne.

Una gita al parco giochi invernale di Fai della Paganella, un mini tour lungo la Piana Rotaliana a caccia di qualche vino da ricordare (Cantina Rotaliana e Fratelli Dorigati), il tornare bambini gettandosi a capofitto sul bob lungo le tante discese naturali vicine al centro sportivo, hanno completato una settimana rigenerante e consigliatissima.

Ultima chicca: ad Andalo potete fare spese enogastronomiche in diversi negozietti specializzati, tra cui Tito Speck, vero must Trentino per lo speck e i formaggi.
Ottime le grappe nell'enoteca in centro al paese, sulla piazza principale.

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Enoteca Il Cavallante: Il Wine Bar di Porta Romana

Incuriosito dalle ottime recensioni presenti su Internet, lunedì sera complice una cena di lavoro, mi sono recato presso l'enoteca il Cavallante di Via Muratori 3, manco a dirlo nel quartiere di Porta Romana, vero tempio goliardico delle serate milanesi basate sull' eno-gastromia di qualità.

Devo dire che l'impressione è stata senza dubbio positiva, pur non condividendo gli eccessi di entusiasmo che ho trovato in altri siti; rimane il dubbio che rispetto a qualche anno fa possa essere cambiato qualcosa nella gestione.

Location un pò modaiola, più moderno e spartano wine bar che enoteca tradizionale , con un menu semplice con scelte di pietanze abbastanza limitate.

Qualità dei salumi e dei formaggi misti più che buona, anche se in passato ho mangiato in enoteche dove la materia prima era decisamente superiore, e dove soprattutto la presentazione del prodotto era fatta a regola d'arte con passione a accuratezza, invogliando il cliente a fare domande e a curiosare.

Qui il servizio, molto giovane, è abbastanza essenziale, non vengono forniti consigli sui vini o sugli abbinamenti, ne sui piatti che vengono serviti.

Buono il dolce (panna cotta al profumo di menta con crema di cioccolato), e decisamente interessante la scelta dei vini.
Oltre alla numerosa selezione di bottiglie, alla carta è possibile optare tra 5/6 vini al bicchiere per ogni tipologia (frizzanti, bianchi, rossi e da dessert), e devo dire che le proposte sono tutte di ottima qualità con prezzi che non soffrono di eccessivo rincaro.

Noi abbiamo optato per un ottimo Schioppettino a fianco dei salumi, del mitico Sassi Neri della Fattoria Le Terrazze (Montepulciano d'Abruzzo in purezza) insieme ai formaggi, e di uno stupendo Aleatico dell'Elba in chiusura, uscito vincente dal confronto con il dolce.

Sicuramente un'enoteca valida con un buona offerta di vini, posizionata in centro a Milano con un rapporto qualità-prezzo corretto.

Nota dolente il servizio un pò troppo apatico, anche se credo che la clientela abituale non condividerà questa opinione.

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domenica 10 luglio 2011

Mellencamp in Concerto a Vigevano - La Recensione


Finalmente anche John Mellencamp, al secolo “Cougar”, è sbarcato in Italia per un mini tour di tre date, tra cui quella di ieri sera a Vigevano per il Festival "Dieci giorni suonati" nella splendida e suggestiva cornice del Castello Sforzesco tra fastidiose zanzare e umidità estiva.

I fans dell’inossidabile rocker americano ormai non ci speravano più, sembrava proprio che l’artista dal carattere spigoloso non ne volesse sapere nulla del nostro paese, a causa di un infelice precedente di tanti anni fa che di fatto ci aveva sempre escluso dagli itinerari europei dei suoi tour.

Il concerto è stato musicalmente perfetto, Mellencamp ha ancora una gran voce, levigata da sigarette e alcool e dai tanti anni spesi on the road, roca e profonda al punto giusto tanto da evocare a tratti Tom Waits , chitarra sempre in mano ha guidato una band di ottimo livello, in particolare nei due chitarristi Andy York e Mike Wanchic e su tutti nella fantastica violinista Miriam Sturm, a volte la vera protagonista del palcoscenico.

Il concerto, idealmente diviso in tre fasi, ha alternato momenti di intimità folk con il solo Mellencamp a raccontarci i problemi dell’ America e i fantasmi che albergano nella mente e nell’anima di un uomo di sessant’anni, ad altri più elettrici di matrice rock-blues con la band al completo a far salire la tensione per portare il pubblico a celebrare anche una volta il sacro rito del Rock and Roll.

Il momento più incandescente e coinvolgente è stato sicuramente quello finale, dove il nostro è tornato a graffiare come un tempo, con tempi e movenze di un vero felino ha riacceso la nostalgia e l’antico furore della giovinezza per gli ultimi dieci minuti di balli sfrenati, grazie alle hit del periodo migliore (Rain on the Scarecrow, Crumblin’ Down, Pink Houses) prese da quei grandi dischi (Uh huh, Scarecrow, The Lonesome Jubilee) che hanno contribuito a scrivere pagine importanti del rock americano negli anni 80.

Purtroppo Mellencamp non è Springsteeen, e la durata dello spettacolo si ferma con un pò di dispiacere all’ora e mezza, con neanche uno o due bis dopo la festa finale della sempre entusiastica Rock In The Usa.

Il motivo è ignoto anche se su web le spiegazioni non mancano.

Peccato. Era un’ottima occasione per lasciare un segno più forte e indelebile nel nostro paese, e per regalare ai fans in attesa da tempo immemore un contributo più generoso ed importante, magari andando ad aggiungere qualche pezzo storico assente dalla scaletta (Human Wheels, Rumble Seat, Paper in Fire, Another Day o la recente No better than this) visto che la “birra” per andare avanti di certo non mancava.

Di seguito la track-list completa:

1. Authority song
2. No one cares about me
3. Death letter
4. John Cockers
5. Walk tall
6. The West End
7. Check it out
8. Save some time to dream
9. Cherry bomb
10. Jack and Diane
11. Jackie Brown
12. Longest days
13. Small town”/”The old rugged cross
14. Rain on the scarecrow
15. Crumblin’ down
16. If I die sudden
17. Pink houses
18. Rock in the U.S.A.

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sabato 9 luglio 2011

Cascina Vittoria: qualità e relax in campagna a pochi passi da Milano


Non sono un tipo che ama ritornare troppe volte nello stesso ristorante durante il medesimo anno solare.
E non amo neanche scrivere più volte dello stesso argomento, figuriamoci poi se trattasi di ristoranti.

Ma credo questa volta sia opportuno fare un'eccezione, tenuto conto che al Ristorante Cascina Vittoria ho mangiato quest'anno diverse volte, sempre molto bene, assaggiando ogni volta piatti diversi; motivi che mi spingono a raccontarvi ancora qualcosa su questo interessante locale ubicato in via Roma 26 a Rognano, Pavia.

Cascina Vittoria è una bellissima cascina del 1870 ristrutturata in modo impeccabile da una famiglia cortese e molto motivata nella gestione.
L’ ambiente è rustico ed intimo, rilassato e accogliente, con un arredamento curato e arricchito dalla presenza di mattoni e travi di legno, tratti caratteristici di questo tipo di ristoranti.

Si presta bene a cene di gruppo ma anche a famiglie con bambini e coppie in cerca di atmosfera, grazie alla presenza di sale differenti per spazio e arredamento e alla fattoria didattica, dove si può curiosare tra cavalli, caprette, galline e altri simpatici animali.

Il tratto caratteristico del locale è: cibo fatto in casa con materie prime di alta qualità, scelte sempre con molta cura.

La pizza napoletana è un must, buonissima e nonostante il bordo anche digeribile ( a differenza di altre ottime pizze che peccano però in questo aspetto), pane, pasta e dolci sono fatti in casa e meritano sicuramente grande attenzione.

Per un pranzo completo è possibile optare per antipasti tipo il tortino di porri e patate su crema di zola o in alternativa lo sformatino di melanzane con fonduta di parmigiano.
A volte ci sono chicche fuori menu, tipo mozzarella di Bufala DOP o salumi particolari (dolcissimo il San Daniele).

Ottimi i primi, da provare la chitarrina ai frutti di mare o i paccheri con gamberetti e zucchine al profumo di limone.
I secondi, soprattutto quelli di carne sono sopra la media come qualità di base. Da provare assolutamente la tagliata di scottona con patate al forno a legna, o il filetto di bue bardato allo speck. Eccellente la fiorentina, tenera e saporita, cotta in base ai gusti del cliente, servita con contorni su pietra calda.

Notevoli i dolci, dal tiramisù alla torta fresca di ricotta pere e cioccolato, discreta ma migliorabile la cantina.

I prezzi sono in linea con quelli di Milano, nonostante la location di campagna, ma la qualità è davvero alta e il servizio molto cordiale e premuroso.

Provatelo!

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mercoledì 6 luglio 2011

L'Editoriale: L' insostenibile leggerezza dell'essere Blogger

"Ma davvero la pesantezza è terribile e la leggerezza meravigliosa?......Quanto più il fardello è pesante, tanto più la nostra vita è vicina alla terra, tanto più è reale e autentica. Al contrario, l'assenza assoluta di un fardello fa si che l'uomo diventi più leggero dell'aria, prenda il volo verso l'alto, si allontani dalla terra, ... e i suoi movimenti siano tanto liberi quanto privi di significato. Che cosa dobbiamo scegliere allora? La pesantezza o la leggerezza?"

Questo è il quesito che si pone il vero Blogger, dopo una giornata nervosa vissuta pericolosamente, mentre accasciato su una sedia di legno un pò storta in una angolo dove suona la tromba di Miles, sorseggia il suo bicchiere di Tennent's doppio malto, guardando con aria curiosa gli avventori del Bar, uomini disperati alla ricerca di risposte e nuove idee per sopravvivere nella giungla d'asfalto metropolitana.

Riflette sulle prossime mosse, se puntare alla "leggerezza" camminando sul filo del rasoio stando attento a non pestare i piedi al potere, pena capitale: essere bannati, oppure se consumare minuti di "pesantezza" picchiettando senza sosta su un'improbabile tastiera nella ricerca dell'estrema condivisione di quella effimera esperienza che ognuno di noi vorrebbe afferrare e consumare sull'altare della passione.

Vacue parole invadono la sua mente confusa, in un vortice buio di pensieri distorti che annaspano davanti al tempio del web, ponendogli quesiti di grave importanza ai quali lui non sa dare la priorità: aggiungere contenuti su pagine o diffondere la popolarità del suo brand?

I sorsi di birra si susseguono nervosamente, Miles imperversa alla tromba violentando le note a suo piacimento, nulla gli è negato, le pagine viste scorrono davanti ai suoi occhi mentre il barista racconta a due avventori litigiosi, che parlano del significato di sigle oscure di mondi a luci rosse, la composizione del nuovo cocktail BlogoSphera....

una pia e bella ragazza si avvicina al Blogger dagli occhi gonfi dall'elettricità del locale, ammicca con malizia sapiente, e a quel punto il quesito iniziale....evapora in un lampo di rinnovata incandescenza....

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Nota: il testo in corsivo è di Milan Kundera - Romanzo: L' insostenibile leggerezza dell'essere

martedì 5 luglio 2011

Al Kapuziner - Un piccolo OktoberFest nel cuore di Milano


Da ormai 10/15 anni i ristoranti etnici e quelli specializzati in cucine di altri paesi hanno invaso
Milano e le altre città italiane (e forse non solo).
In alcuni casi con intuizioni felici e buona qualità in altri casi meno, ma sicuramente non si può negare che abbiano differenziato e reso ancora più vasto il panorama gastronomico del nostro paese.

Un ristorante sicuramente da provare è il Kapuziner, locale specializzato in cucina bavarese presente in Viale Lazio, in zona Montenero-PortaRomana, caratterizzato da un ottimo rapporto qualità prezzo tenuto conto che una cena completa si aggira sui 30/35 euro.

Locale arredato in stile tirol/bavarese, con molto legno tra tavoli e soffitti e camerieri vestiti con costumi tipici che ti accolgono nella bolgia del ristorante, sempre molto affollato e rumoroso in orari standard.

La cucina è discreta, i piatti sono ruspanti, abbondanti e gustosi pur non essendo particolarmente ricercati o di particolare finezza.

Si inizia con un buon brezel (pane con chicchi di sale in formato originale) o con con un misto di salumi tipici (da evitare per non perdersi il resto), per continuare con i primi classici (anche tirolesi) come spatzli e canederli sicuramente molto buoni, fino ad arrivare ai piatti forti della cena: grigliata mista di carne, grigliata mista di wurstel e salsiccie oppure
stinco al forno o cotoletta alla viennese. Il tutto condito da patate al forno o fritte.

Chiaramente d'obbligo è accompagnare la cena con una delle tante ottime birre disponibili, vero must del locale.
Molta varietà e possibilità di soddisfare tutti i palati: Kulmbacher Premium Pils,Monchshof Landbier, Kloster Hell e Kapuziner Weisse solo per citarne alcune.

Se c'è ancora spazio è possibile assaggiare qualche dolce, sicuramente buoni ma con il rischio di non dormire la notte.
La fonduta al cioccolato con frutta è pura libidine.

Ristorante adatto a comitive di amici rumorose, per feste in atmosfera simpatica e festaiola, senza pensare troppo al confronto con la "vera Baviera" o l'Alto-Adige.
Per famiglie o coppie "romantiche" solo in orario "tedesco."

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lunedì 4 luglio 2011

Osteria Del Binari: tradizione lombarda in un angolo di vecchia Milano


Un classico della ristorazione milanese. Siamo all'inizio di Via Tortona, una muraglia ci separa dalla ferrovia, stazione di Porta Genova, passeggiando lungo le stradine che ci separano dal ristorante si colgono ancora richiami nostalgici dell'inizio del secolo scorso, qualche casa antica, qualche angolo un pò diroccato e qualche insegna d'epoca evocano una Milano che pian piano sta scomparendo.

L'Osteria del Binari è un bel locale, entrata da "osteria di una volta" intimo e riservato all'interno, suggestivo e fresco se si mangia nell'ampia e belissima veranda, da dove è possibile intravedere la ferrovia tra le siepi che avvolgono la sala.

La cucina è buona di tradizione milanese e lombarda, con qualche sfumatura piemontese.
A tavola si viene accolti da un simpatico pinzimonio, da patè di fegato e da un cestino di panini misti deliziosi, gli antipasti offrono un'ottima bresaola con caprino, focaccia di recco con salumi misti, terrina di salmone e rombo per gli amanti del pesce.
Buoni i primi: dai ravioli di zucca al risotto alla milanese con ossobuco, dalla pasta e fagioli agli agnolotti del Plin.
I secondi forse sono la parte più interessante, cotoletta alla milanese tra le più valide a Milano, tagliata di manzo, vitello in crosta e filetto di sanato in salsa, tutti gustosi e soddisfacenti.
Tra i dolci segnalo il tortino di cioccolato, il budino di latte con frutti di bosco ed una vera chicca: l'Ile flottant, dolce francese a base di meringa morbida immersa in crema inglese. Fantastico!

L'Osteria dei Binari è un buon ristorante, da provare almeno una volta, o magari due, una mangiando all'interno e una nella veranda, magari in romantica compagnia (con la stessa ragazza o...) .
Poco adatto alle comitive, ottimo per cene di lavoro. Il servizio è professionale ma un pò anonimo.

Su Internet si trovano commenti di tutti i tipi. Mi piacerebbe sentire i vostri.

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domenica 3 luglio 2011

Etna Rosso DOC - Alla scoperta del Nerello Mascalese

Quando si accosta la regione Sicilia al mondo del Vino, purtroppo il primo vitigno a cui si pensa è il Nero D'Avola.

Dico purtroppo perchè secondo me, al di là delle mode e delle convinzioni costruite nel tempo, ci sono vitigni anche nella stessa Sicilia molto più interessanti, con caratteristiche e potenzialità di maggior prospettiva.
Uno di questi è il Nerello Mascalese, vitigno autoctono molto antico, coltivato principalmente alle pendici dell'Etna, su terreni vulcanici, che insieme al Nerello Cappuccio da vità ad una DOC davvero molto interessante: l'Etna Rosso.

La DOC in questione si riferisce al territorio di Catania chiaramente, ma il Nerello viene impiegato anche nella DOC Faro nella zona di Messina.

In generale il Nerello è considerato dagli esperti un vitigno nobile, in grado di donare vini che olte ad avere una gradazione importante (13-15%), regalano emozioni notevoli grazie alle spiccate caratteristiche organolettiche, soprattuto in annate particolari.
Da infatti vita a vini di elevata struttura, complessi con sentori olfattivi fini e particolari, equilibrati con un finale lungo e piacevole. Grazie all'altezza dei vigneti e alla notevole escursione termica, anche l'acidità è marcata e regala freschezza al palato.

Al Vinitaly 2011 ho avuto la fortuna di assaggiare qualche campione davvero valido come i due qui di seguito:
Etna Rosso 2008 (Cantina Cottanera): una grande vino secondo me, seducente e misterioso. Grande impatto, equilibrato, ampio e molto fine, impreziosito da una buona mineralità e da sentori speziati ottenuti grazie al territorio vulcanico dell'Etna, davvero straordinario. Da degustare lentamente, anche senza mangiare. Prezzo tra i 17€ e i 20€ (attualmente la 2007)

Tascante 2008 (Tasca D'Almerita - Tenuta Tascante): altro vino di spessore, in produzione da pochi anni, Nerello Mascalese in purezza con vitigni sul versante Nord del vulcano.
Sentori floreali di glicine, frutti rossi di bosco e ciliegia, note minerali di grafite arricchiscono un vino di corpo, dal finale lungo, asciutto e persistente. Prezzo intorno ai 25€.

Buona degustazione

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Osteria dell'Oca Giuliva: Cenare a metà tra Navigli e Porta Romana


Oggi vi parlo di una delle tante valide osterie presenti nel centro di Milano, in zona Porta Romana, quartiere dove bere e mangiare bene è possibile grazie alle numerose alternative presenti.

L'Osteria dell'Oca Giuliva è uno di quei posti dove è piacevole ritornare anche dopo il primo passaggio, grazie alla varietà del menu e all'accoglienza del locale, animato da un arredamento sospeso tra un saloon di cowboy e una stube di montagna, caldo e molto intimo, con tavolini presenti negli angoli più improbabili, con gli occhi che curiosano tra i vari gadget (quadri, foto ecc) presenti ovunque in onore dell'animale simbolo dell'osteria: l'oca.

Il personale è cortese, rapido e di esperienza, anche se un pò umorale.

Veniamo alla sostanza. Il cibo è di buona qualità, le porzioni abbondanti e si riesce quasi sempre ad uscire soddisfatti spendendo in media con gli altri locali di Milano.
Come antipasti potete optare sul pesce o assaggiare un pò di tutto scegliendo "quello della casa" (affettati, mozzarelle, sfioziosità), tra le alternative io adoro una specie di sfilatino ripieno di cotto e mozzarella, che se non ricordo male chiamano toast. Spettacolo!
Le paste sono fatte in casa, ottimi gli spaghetti ai frutti di mare, le orecchiette alle cime di rapa oppure le paste con melanzane, gamberetti e zucchine o trevisana e speck. Quando c'è la materia prima, consiglio le linguine all'astice.
Sui secondi la scelta è ampia. Ottime le tagliate, coi carciofi o con la rucola, valido il filetto con il pepe verde, oppure è possibile optare per le grigliate di pesce o carne o sul classico fritto misto di pesce.
Spesso i camerieri propongono piatti fuori lista, da tenere in considerazione (pescato del giorno o specialità).

Discreta cantina, molto buoni i dolci.

Cucina aperta fino alle 23:30, anche la domenica. Consiglio di parcheggiare in zona Bocconi e fare due passi fino a Viale Bligny 29, indirizzo del ristorante.

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