mercoledì 4 aprile 2012

Five Roses 68° Anniversario: Le cinque rose del Salento chiamano la Primavera

Ancora immerso nei profumi dell'orgia enoica di settimana scorsa al Vinitaly di Verona, questa sera riprendo le mie meditazioni filosofiche serali ancora davanti ad un bicchiere di vino pugliese, giusto per restare negli ideali dintorni di quella calda e generosa terra.

In genere acquisto i miei vini direttamente in cantina (quando non me li regalano), ma a volte capita di fare qualche eccezione, soprattutto quando la distanza diventa impegnativa come in questo caso.
Visto che il colore rosso dominava tra le mie "riserve" ho pensato bene di acquistare un paio di bianchi del Nord e un classico e sempre importante Five Roses di Leone De Castris, uno dei vini rosè più famosi dello stivale (da uve Negroamaro e Malvasia Nera).

Colore splendido, un intenso rosa cerasuolo limpido e pulito preannunciano un assaggio quando meno rinfrescante.
Vino giovane e vivace già dalle prime note, anche se non svela subito le sue potenzialità.
Lo si gira un pò languidamente nel bicchiere, e gli si lascia il tempo di dialogare meglio con il vetro che lo contiene...

Fragoline di bosco, ribes rossi e note di rosa sono i profumi più intensi, che viaggiano all'unisono con sensazioni più minerali in sottofondo.
In bocca è grasso, avvolgente, di gran corpo per un rosato. Spalla acida molto netta, che dona grande freschezza ma forse anche un leggero squilibrio che passerà penso con i mesi.
Finale gradevole ma forse troppo amaragnolo, che rimane a lungo nel palato.

Vino tecnicamente indiscutibile anche se forse ancora "troppo" giovane nonostante sia un rosato. Non riesce al momento ad emozionarmi più di tanto, complice un ricordo ben più romantico di un Five Roses bevuto in una delle tante serate Onav..mi era sembrato ai tempi strepitoso e superiore, ma non ricordo l'annata.

Da abbinare, come consigliato dallo stesso produttore, con risotti, piatti a base di pesce e carni bianchi. Da provare anche con il sushi o durante un aperitivo.

8,90€ all'Esselunga.

A te logo

martedì 3 aprile 2012

Una serata con Groupon: un vero "deal" al Pepenero di Viale Umbria

Diciamolo subito. Questa volta è andata bene, ha funzionato tutto a dovere.
Il merito credo sia dei gestori del locale presente in questo deal: il Ristorante Pepenero di Viale Umbria,11 a Milano.
Cortesi al telefono, disponibili alla prenotazione telefonica, trasparenti nella gestione dei rapporti con il cliente.
Tra l'altro l'offerta in questo caso era veramente interessante. 29€ in due per due bruschette con pomodoro, due Costate di Scottona con patate, focaccia fatta al momento, mezza naturale, una bottiglia di Tempranillo, dolce, caffè e digestivo. Chapeau.

Nessuna sola dagli amici di Groupon questa volta, dopo il ristorante fantasma Arome (caduto in disgrazia, anni fa era valido), e le "complicazioni"varie di Pasta Eat e Mister Angus.

Cena soddisfacente e piacevole. Il locale è molto caldo, piccolo e accogliente. Tavolini di legno scuro, arrendamento con colori vivaci e rifiniture che danno un tocco sudamericano al posto.
Ottima sia la bruschetta al pomodoro che la focaccia fatta in casa con forno a legna. Credo che la pizza possa essere un'ottima motivazione per ritornare in questo ristorante. La pasta è ottima, morbida e gustosa, e le pizze portate ai tavoli adiacenti avevano un ottimo aspetto.
La nostra bistecca era sicuramente di buona qualità nella materia prima, carne fresca e tenera.
Forse un pò troppo semplice il modo in cui è stata preparata, senza aromi o spezie ad esaltarne il sapore, ma è un peccato trascurabile.

Buoni anche i dolci (un bel cannolo siciliano e un tiramisu), discreto il vino di accompagnamento ma sicuramente gradito nel pacchetto offerta della serata (spesso non presente nei deal di altri locali).

Un plauso dunque al giovane gestore del Pepenero per l'organizzazione e per il servizio dato al cliente.
Tornerò sicuramente per la pizza e magari proverò a curiosare un pò nel menu in cerca di qualche piatto stuzzicante.
Locale da considerare anche per pranzi di lavoro e come lounge bar per aperitivi o dopo cena. Interessante il sito web per conoscere i prodotti e le materie prime utilizzate per il menu.

A te logo

martedì 27 marzo 2012

Una giornata al Vinitaly assaggiando i vini della Puglia

Eccomi qui a cercare di raccogliere le idee dopo i "fumi enoici" di un'intensa giornata spesa al Vinitaly, celebre fiera del Vino di scena a Verona ogni anno in questo periodo.

Non riesco a dare una reale valutazione di insieme, in quanto ho partecipato (insieme a due amici) ad una sola giornata applicando lo schema usato ogni anno, che prevede la visita ad una regione (massimo due) o in alternativa l'assaggio di vini basati su 2/3 vitigni, approccio che credo sia utile per degustare in modo razionale e per evitare di assaggiare troppi campioni con caratteristiche diverse che confondono le idee lasciando ricordi più sfumati.
I produttori con cui abbiamo scambiato pareri erano in generale soddisfatti, anche perchè forse lo spostamento dei giorni (niente sabato quest'anno) ha "filtrato" maggiormente gli accessi, lasciando più spazio alle persone realmente interessate all'evento.

Come tutte le fiere la presenza delle hostess è stata piuttosto "importante" con impatti positivi e negativi allo stesso tempo. Se da una parte un comune mortale ha la possibilità di rifarsi gli occhi, scambiare due battute, raccogliere numeri di telefono con la scusa del blog (magari!), dall'altra a volte capita di doversi raffrontare direttamente con loro per commentare o richiedere più informazioni sui vini che si assaggiano man mano...e spesso sguardi perplessi e sorrisi imbarazzati sono la risposta standard ai nostri incauti quesiti.

Tornando al Vino, la scelta prima menzionata è caduta sulla regione Puglia, Padiglione 10 per la maggior parte dei produttori con qualche azienda collocata nel padiglione 7.
La visita al primo, durata diverse ore, dopo un inquietante inizio condito dalla presenza di Nicki Vendola con fotografi e guardiaspalle a corredo, si è svolta in grande tranquillità e calma. Non troppa gente, degustazioni fatte bene, quasi sempre grande cordialità e professionalità da parte dei produttori, e vini assaggiati spesso molto interessanti.Sicuramente molto più confusione al padiglione 10, abbastanza eterogeneo dal punto di vista geografico, con la presenza di diverse grandi cantine, elemento che probabilmente ha catalizzato maggiormente l'attenzione del pubblico.

Condivido ora una rapida carrellata delle mie impressioni sui vini assaggiati, evidenziando in particolare quelli che mi hanno colpito di più.
Inizio discreto da
Cantele, un grande Primitivo (ES) da Gianfranco Fino, alcuni vini bio di buon livello di Polvanera, degustazione discreta ma senza troppa passione da Torrevento (Vigna Pedale,Kebir), il sempre importante Selvarossa della Cantina due Palme, in particolare la versione 2003, profondo e complesso. Oggi tra l'altro, abbiamo assaggiato in anteprima un rosè molto interessante da uve Primitivo che uscirà a breve sul mercato.
La cantina a sorpresa è stata Duca Carlo Guarini, che non conoscevo. Ottima per taralli, olio e conserve, anche sui vini ha mostrato alcuni spunti di notevole qualità. Oltre dei Negroamaro di pronta beva ma franchi e puliti, abbiamo assaggiato un eccellente vino da dessert: il Rarum fatto con uve Negroamaro e Malvasia nera.
Ottimi i vini di Tormaresca, il già recensito Masseria Maime, ma anche il Primitivo Torcicoda (che tannino!) e il Bocca di Lupo (Aglianico), entrambi da riassaggiare. Eccellente il Kaloro, vino dal nome arabo ispirato ai moscati siciliani, dotato di gran bouquet e personalità.
Straordinaria cordialità e degustazione da Rasciatano. Molto interessanti i suoi vini, prodotti principalmente con uve autoctone Nero di Troia. In particolare 2008 e 2010 mi sono rimaste impresse. Strepitoso il loro olio e i taralli che avevano per accompagnare la degustazione.
Niente di entusiasmante da Conti Zecca, dove il loro vino di punta (Nero) è ancora un pò indietro, mentre ho apprezzato il Salice Salentino Aiace e il Negroamaro in purezza Artas di Castello Monaci.
Per finire un ottimo Primitivo di Manduria (Gioia del Colle) del piccolo produttore Chiaromonte, diversi vini interessanti da De Castris (il solito Five Roses, il sauvignon Case Alte, il moscato Pierale ecc), il Vigna Flaminio e il sempre notevole Graticciaia (anche se forse inferiore a qualche anno fa) di Agricole Vallone.

Esperienza come sempre interessante da tutti i punti di vista, da quello didattico, a quello più sociale e goliardico.
Quest'anno è stato divertente anche "vantare" la presenza di un Wine Blogger all'interno del terzetto..in effetti a qualcosa è servito:)

A te logo amici miei

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